UNA BOTTA PER GLI ISTITUTI ITALIANI

Banche, Bce: coperture Npl in 2 anni, aspettative discusse caso per caso

Una batosta per gli istituti italiani che hanno il tasso di sofferenze al 12,1%, il più alto rispetto alla media europea (4,4%) e che finirà per ridurre la liquidità per l'economia

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La Bce si aspetta che le banche coprano integralmente i futuri crediti deteriorati in un periodo compreso fra due anni per quelli non garantiti, e sette anni per quelli garantiti. Lo si legge nell'addendum alle linee guida della Vigilanza bancaria di Francoforte, che specifica come si tratti di disposizioni "non vincolanti" che si applicheranno sugli Npl a partire dal primo aprile 2018.

L'Eurotower "discuterà gli eventuali scostamenti dalle aspettative sugli accantonamenti prudenziali indicate nell'addendum", comunica la Bce, che "a conclusione del dialogo di vigilanza, tenendo conto della situazione specifica di ogni banca, deciderà "caso per caso, se e quali misure di vigilanza siano appropriate. I risultati di questo dialogo saranno integrati, per la prima volta, nel processo di revisione e valutazione prudenziale", lo "Srep" del 2021.

Una botta per le banche italiane: i crediti deteriorati rappresentano infatti il 12,1% del totale degli attivi degli istituti di credito nazionali contro una media Ue del 4,4%. Ciò finirà dunque per ridurre la quantità di credito disponibile per l'economia.

Ma la Banca centrale europea non transige. Il problema dei crediti deteriorati delle banche "rimane significativo" e dagli istituti di credito la Vigilanza bancaria si aspetta "strategie realistiche e credibili", ha detto Sharon Donnery, vice governatore della Banca d'Irlanda e presidente del Gruppo di alto livello sugli Npl, presentando in una conference call l'addendum alle linee guida sui crediti deteriorati.

L'Italia deve ridurre i tempi della giustizia per il recupero crediti deteriorati secondo diversi analisti, altrimenti le nuove regole, pur meno strette rispetto alle attese, incideranno pesantemente sull'offerta di credito alle imprese sia per la disponibilità sia per i costi. Nel nostro Paese infatti la media per chiudere una procedura fallimentare supera i sette anni, mentre la risoluzione di una controversia nel tribunale di prima istanza è di tre anni: tempi che si scontrano con quelli dei Paesi più virtuosi della Ue, in cui le due procedure si chiudono in meno di un anno. Una differenza che potrebbe portare effetti sulla capacità delle banche a prestare e a un aumento dei tassi di finanziamenti. Nel nostro Paese quindi le nuove regole si applicheranno su un numero di crediti deteriorati maggiore rispetto agli altri Paesi. Per questo occorre rafforzare e sviluppare ulteriormente le misure già varate per velocizzare il recupero dei crediti, allineando i tempi a quelli in vigore in Europa.

E se da parte della Bce arrivano norme punitive per i non performing loan, ancora nulla sui derivati tossici (ossia i titoli di credito derivati dalla cartolarizzazione dei mutui e prestiti subprime e venduto dalle banche ai propri clienti come obbligazioni) su cui le banche tedesche continuano invece a speculare.

Tajani: "L'Europarlamento valuterà la coerenza dell'addendun Bce" - Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajiani ha detto che Strasburgo "valuterà la coerenza del contenuto" del nuovo 'Addendum' "con il rispetto dei poteri del legislatore. Ad una prima lettura, la Vigilanza sembra tenere conto delle perplessità manifestate dal Parlamento europeo e chiarire meglio, rispetto alla versione pubblicata in ottobre oggetto della consultazione, il carattere non vincolante dell'Addendum e la sua applicazione caso per caso".

"La politica ha vinto sulla burocrazia" - E twitta: "Il Parlamento europeo ha costretto la burocrazia a fare marcia indietro sulla pretesa di invadere il campo del legislatore sui crediti deteriorati Npl. Ora spetta ai rappresentanti dei cittadini decidere".