L'ultimo in ordine di tempo è stato Salvatore Russo. Con lui sono sette gli attori del film "Gomorra" di Matteo Garrone, tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, finiti in prigione per crimini vari: una vera maledizione. Russo, sul grande schermo, impersonava un affiliato alla camorra che addestrava le future vedette sparando contro il giubbotto antiproiettile che indossavano. Nella vita reale è stato arrestato perché dirigeva una piazza di spaccio a Scampia.
Il premiato film di Garrone è arrivato al cinema nel 2008 e da lì il confine tra finzione e realtà si è fatto davvero labile per alcuni dei protagonisti. Si parte con Pjamaa Azize, che in alcune scene aveva interpretato la parte di un pusher, stessa attività per cui è stato arrestato. Poi è finito nel carcere di Poggioreale con l’accusa di spaccio di stupefacenti il giovane Nicola Battaglia, uno dei ragazzi sottoposti alla prova del fuoco proprio da Salvatore Russo. Stessa sorte è toccata a un uomo, impiegato del Comune di Napoli, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare della Procura di Napoli per concorso in spaccio di droga.
A Castel Volturno è stato arrestato prima una comparsa, Marcello D’Angelo, e poi Giovanni Venosa, appartenente all’omonimo clan parte integrante dei Casalesi, che nel film recitava la parte del capo che intimava a due ragazzi di non intraprendere attività criminali sul suo territorio. Poi è stata la volta di Bernardino Terracciano, boss "Zì Bernardino" nel film, condannato all'ergastolo per duplice omicidio.