Ibrahim Abdou Akl, detto Magdi, è scomparso nel nulla i primi di agosto: da allora le indagini che hanno scandagliato la vita di questo operaio egiziano 60enne in un'azienda di Milano per la rigenerazione della cassette di legno, 20 anni in Italia con regolare permesso di soggiorno, tutti casa e fabbrica nel raggio di 400 metri, non hanno trovato nulla. Nemmeno il suo cadavere. Ma da qualche ora però c'è una svolta, si indaga per omicidio: il sospettato è il suo datore di lavoro, interrogato dalla Procura da Milano.
Stando a quanto rivela il Corriere della Sera Daniele, quarantenne figlio del datore di lavoro di Magdi, viene convocato dai pm Paolo Filippini e Leonardo Lesti come indagato per l' ipotesi di omicidio volontario. La sera della sparizione l' egiziano è in fabbrica quando firma un atto alle 19.30, per poi svanire senza che le molteplici indagini scientifiche trovino alcuna traccia; l' unico altro in fabbrica è il datore, che, localizzato lì alle 20.05 dal suo cellulare poi spento, risulta a casa quando alle 22 fa una chiamata dal telefono fisso; dunque, per l' accusa, tra le 19.30 e le 22 è successo qualcosa che (sparito l' egiziano) ha a che fare solo con l' imprenditore. Per l'accusa ci sarebbe anche un valido movente e, e cioè l' attrito in quei giorni tra l'operaio (che volendo tornare in patria chiedeva il Tfr di 100.000 euro) e l' imprenditore (che invece lo stimava in 25.000) che avevo portato i due a un tentativo di conciliazione tramite rispettivi avvocati. Tutte accuse che ora la difesa dovrà smontare una per una.