Arriverà nelle sale italiane il 18 maggio "Papa Francesco. Un uomo di parola", il docu-film scritto e diretto da Wim Wenders. Più che un film documentario, un viaggio personale con Papa Bergoglio. Al centro ci sono le idee e il messaggio del Papa, il suo lavoro di riforma e le sue risposte alle principali sfide globali del mondo: la morte, la giustizia sociale, l’immigrazione, l’ecologia, le diseguaglianze, il materialismo e il ruolo della famiglia.
La tecnica di ripresa (direct-to-camera) del film porta lo spettatore faccia a faccia con il Papa, creando un dialogo tra lui, e - letteralmente - il mondo circostante. Raccogliendo le domande di persone in diversi percorsi e fasi della vita, Papa Francesco risponde agli agricoltori e ai lavoratori, ai rifugiati, ai bambini e agli anziani, ai carcerati e a coloro che vivono nelle favelas (baraccopoli) o ancora nei campi profughi. Tutte queste voci e tutti questi volti rappresentano uno spaccato di umanità che si unisce in un dialogo con Papa Francesco.
Lo scheletro del film è costituito proprio da questa "sinfonia di domande", attorno al quale si incastrano i tanti viaggi del Papa attraverso il mondo, con immagini che lo riprendono mentre parla alle Nazioni Unite, si rivolge al Congresso degli Stati Uniti, piange con le persone raccolte al Ground Zero e al Yad Vashem, il Centro Mondiale per la Memoria dell'Olocausto a Gerusalemme; parla ai detenuti nelle carceri e ai rifugiati nei campi profughi del Mediterraneo. Lo vediamo viaggiare in Terra Santa (Palestina e Israele), in Africa, in Sud America e in Asia.
In tutto il film, Papa Francesco condivide la sua visione di Chiesa e la sua profonda preoccupazione per i poveri, il suo impegno per le questioni ambientali e per la giustizia sociale; il suo appello per la pace nelle aree segnate dai conflitti e per la pace e il dialogo tra le diverse religioni. Nel film appare anche San Francesco, richiamo al nome scelto dal Papa, con cenni ad alcuni momenti leggendari della vita del Santo, come riformatore ed ecologista.