Delitto Pamela, il Riesame: Lucky e Awelima restano in carcere
Spunta una intercettazione di Innocent Oseghale in carcere: "Ho ucciso io la ragazza". Ma il pm smentisce l'indiscrezione: "Notizie destituite di ogni fondamento"
Il 22enne Desmond Lucky e il 27enne Lucky Awelima, due dei tre nigeriani arrestati con l'accusa di concorso nell'omicidio e nello smembramento del corpo della 18enne Pamela Mastropietro a Macerata, restano in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Ancona. Insieme ai due era stato arrestato per le stesse accuse anche Innocent Oseghale, 29 anni, che abitava nella casa del massacro. Indagato a piede libero un quarto nigeriano 39enne.
"Ho ucciso io Pamela" - Innocent Oseghal, il primo nigeriano arrestato per la morte di Pamela, avrebbe confessato l'omicidio durante un colloquio con la sua compagna avvenuto in carcere. A riferirlo è il quotidiano Il Resto del Carlino. Nel carcere di Marino del Tronto Oseghale ha chiesto di poter incontrare la sua compagna, una ragazza italiana con cui ha anche avuto una bambina. E durante questo colloquio avrebbe detti: "Ho ucciso io Pamela, ho fatto tutto da solo". Il colloquio è stato però intercettato dagli inquirenti attraverso delle microspie. Oseghale avrebbe dato anche ulteriori elementi incompatibili con le sue precedenti dichiarazioni. Ma su questa confessione gli inquirenti sono molto cauti. I dubbi che una sola persona sia riuscita a compiere quel massacro sono molti.
Il pm smentisce: "Notizie prive di fondamento" - La Procura di Macerata smentisce le ricostruzioni della stampa: secondo il procuratore Giovanni Giorgio, sono notizie "destituite di ogni fondamento". Secondo le indiscrezioni, inoltre, sarebbero state trovate tracce di Dna del nigeriano sul corpo di Pamela, accuratamente lavato. A questo riguardo Giorgio ha fatto presente che il risultato degli accertamenti (compresi quelli genetici) del Ris dei carabinieri non è stato ancora depositato.
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