Il nuovo album di Mario Biondi si chiama "Brasil", con le note di oggi e quelle degli artisti che lo hanno formato musicalmente. Registrato a Rio de Janeiro, il cantante catanese - come racconta a Tgcom24 - si cimenta con il portoghese, francese, inglese e, il disco dal sound che più internazionale non si può, esce in tutto il mondo. Un Brasile "biondizzato" che il 23 marzo arriverà anche in Germania, Spagna, Portogallo, Brasile, Uk, Francia e Giappone.
Prodotto a Rio da Mario Caldato l'album ripercorre le vicende della musica brasiliana attraverso una serie di rivisitazioni, da "Felicitade" di Seu Jorge a "Flor de lis" trasformata in "Upside down", passando per Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Henri Salvador e tanti altri, con un totale di quattordici titoli in scaletta. Tra cui il brano presentato al Festival di Sanremo, "Rivederti" e tra gli inediti, ci sono quelli realizzati con gli autori brasiliani Rogé e Gabriel Moura, rispettivamente per "Take me to the stars" e "On the moon". Adattata all'italiano, invece, "Deixa eu dizer" di Ivan Lins.
Mario, cosa ti piace di più del mondo culturale brasiliano?
Le armonie, che sono molto ricercate e calorose, e le parti ritmiche davvero accattivanti. Ti fanno muovere tanto. Per me però non è una scoperta del momento, già negli anni 80 ascoltavo tanta musica brasiliana...
Come hai vissuto questa esperienza a Rio?
Intanto c'era un bellissimo clima, l'atmosfera generale era amichevole e con dei musicisti estremamente preparati, modesti, disponibili. Posso annoverare questa esperienza tra le migliori. E' stato anche molto divertente, il Brasile ha una allegria profonda, è una civiltà che vive in bilico tra grande gioia e grandi problematiche sociali...
Cosa puoi dirci invece di questa produzione a tre?
Mario Caldato e Kassin sono due pluridecorati, hanno fatto cose molto importanti e malgrado abbiano una conclamata storia alla spalle mantengono ancora quella maniera giovanile di stupirsi nel fare le cose, è un bel motore e una bella forza in cui ci siamo molto ritrovati.
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Cosa provi nel sapere che questo album uscirà in quasi tutto il mondo?
Sono molto curioso. E' estremamente difficile oggi riuscire a collocarsi in un mercato che è cambiato tantissimo. Non si sa dove si va a finire.
Cimentarsi con il portoghese e con il francese come è stato?
Con il francese è stato un salto nel buio, malgrado mia mamma da piccolo ci tenesse a insegnarmelo. Invece il portoghese è un linguaggio che ho già sperimentato anche se è difficilissimo, con tante vocali aperte. Non è semplice.
Sanremo cosa ti ha lasciato?
Una bronco-tracheite con rimasugli che porto ancora adesso. Una bella esperienza, scherzi a parte, quel palco così importante, con tanti giovani e tanti stimoli. Ana Carolina ha fatto una versione in portoghese dandole un respiro internazionale, anche se io amo molto questa canzone in italiano.
A maggio parte il tour, cosa ti aspetti?
Mi aspetto sempre il meglio. Il mio mestiere non ha tante certezze, non dà sicurezze. Ma tutto è pronto, ci impegniamo al cento per cento per realizzare e ricreare sul palco le atmosfere brasiliane. Le date di Milano e Roma devono diventare due eventi importanti della mia carriera. Stiamo pensando anche a degli ospiti, e mi piacerebbe avere sul palco Fabio Concato.