La pornostar Stormy Daniels ha fatto causa al presidente americano Donald Trump, affermando che il suo accordo per tacere sulla relazione con il tycoon è nullo perché Trump non lo avrebbe mai firmato. Dalle carte dell'azione legale, secondo il Washington Post, emergerebbe come l'allora candidato presidenziale non avesse mai approvato il pagamento dei 130mila dollari che il legale di Trump sborsò per il silenzio della donna.
La relazione intima fra i due, stando alle deposizioni di Stormy Daniels, il cui vero nome è Stephanie Clifford, è iniziata "nel 2006 a Lake Tahoe ed è continuata fino al 2007". L'avvocato di Trump, Michael Cohen, e l'avvocato della Clifford, all'epoca, Keith Davidson, hanno negoziato ciò che la causa chiama un "accordo di silenzio" nel quale lei sarebbe stata pagata una somma di 130mila dollari proprio a ridosso delle presidenziali. Dopo una serie di ritardi e persino una cancellazione del contratto da parte della pornostar il 17 ottobre, il pagamento sarebbe arrivato il 27 ottobre 2016, 12 giorni prima delle elezioni, secondo le e-mail recensite dal Washington Post. Lo stello legale del presidente Usa, recentemente, ha ammesso di aver usato i propri soldi per "facilitare" il pagamento. Ma a quanto pare è tutto da rifare.
L'attuale avvocato dell''attrice a luci rosse, Michael Avenatti, conferma su Twitter di aver intrapreso un'azione legale presso un tribunale di Los Angeles. Dalle carte emergerebbe come l'allora candidato presidenziale non abbia mai approvato il pagamento di 130mila dollari che il suo avvocato sborsò per il silenzio della donna. E questo scioglierebbe dai vincoli la protagonista della presunta relazione extraconiugale dell'attuale presidente. "Abbiamo presentato ricorso chiedendo un ordine del tribunale per invalidare il supposto accordo sul 'silenzio' tra la nostra cliente Stephanie Clifford e Donald Trump", ha precisato il legale. In base al ricorso, l'accordo è stato firmato dalla Daniels e dall'avvocato personale di Trump, Michael Cohen, pochi giorni prima delle presidenziali del 2016. Inoltre, l'avvocato denuncia i numerosi "tentativi di intimidire la signora Clifford e spingerla al silenzio, facendola tacere per proteggere il presidente Trump continuano senza sosta",così come si legge nel ricorso. E intorno allo scorso 27 febbraio Cohen avrebbe "surrettiziamente avviato un falso arbitrato contro la Clifford a Los Angeles".