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Flussi migratori in Europa, l'impatto del Covid: - 33% di richieste d’asilo nel 2020

Nei primi sette mesi del 2020 sono diminuite le richieste specialmente in Germania, Francia e Italia, la tendenza opposta si registra invece in Spagna e in Romania

Istockphoto

L'emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia ha rallentato i flussi migratori in Europa, sia legali che illegali, e questo è un fatto, testimoniato da una percentuale significativa: - 33% di richieste d’asilo nel 2020 rispetto al 2019. Ma il problema, messo attualmente in stand-by, è ancora ben lungi dall’essere risolto. Per questo, il Parlamento europeo sta lavorando a proposte di legge per creare una politica di asilo più equa ed efficiente.

I flussi migratori al tempo del Covid? Com’è facilmente intuibile si sono ridotti drasticamente, complici le limitazioni delle tratte di circolazione, la chiusura dei confini e la riduzione dell’accoglienza ai rifugiati. Il problema però non è di certo stato risolto, ma semplicemente messo in stand-by. Non dimentichiamo infatti che nel 2015 l’arrivo di un milione di rifugiati e migranti ha messo drammaticamente in luce tutte le carenze e le lacune del sistema europeo d’asilo.

Prima di entrare nello specifico dei dati e delle azioni del Parlamento Ue in merito, rispondiamo ad alcune domande, importanti per avere un quadro più preciso della questione.

Chi sono i richiedenti asilo? - Si tratta di individui che presentano una richiesta formale di asilo in un altro Paese poiché temono per la propria incolumità nel loro Paese d’appartenenza.

Chi sono i rifugiati? -  Sono persone che nutrono una fondata paura di essere perseguitati (motivazioni: etnia, religione, nazionalità, orientamento politico o appartenenza a un determinato gruppo sociale) e che sono stati accettati e riconosciuti come tali nel Paese ospitante.

Chi stabilisce i criteri per assegnare la protezione? – E’ la direttiva sulla qualificazione a decidere le linee guida per assegnare la protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno.

Come fare domanda di protezione? - I cittadini di Paesi terzi devono presentare domanda di protezione nel primo Paese Ue in cui arrivano, diventando dunque dei richiedenti asilo. In seguito, ricevono lo status di rifugiati o una diversa forma di protezione internazionale soltanto dopo l’assenso da parte delle autorità nazionali.

Vediamo allora a questo punto i dati più importanti relativi alle richieste d’asilo registrate negli ultimi anni:

390.000: Sono state le richieste d’asilo in Europa nei primi dieci mesi del 2020, vale a dire il 33% in meno rispetto agli stessi mesi del 2019. Nel 2018 erano 634.700, meno rispetto a più di un milione di domande ricevute nel 2015 e nel 2016.

Nei primi sette mesi del 2020 sono diminuite le richieste specialmente in Germania, Francia e Italia. Le prime domande di asilo dalla Siria sono calate del 52% (equivalenti a 135.000 richieste in meno rispetto alla media del 2018 e 2019). Le domande dall’Iraq sono calate del 55% e dalla Nigeria del 58%.

Una tendenza opposta - E’ quella che si regista invece in Spagna e in Romania, a causa di un forte incremento di richieste da paesi del Sud America. In primis la Colombia (102% di richieste in più rispetto alla media dei due anni precedenti) e il Perù (76% in più).

Attraversamenti illegali delle frontiere esterne dell'Ue - A raccogliere i dati relativi è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

2,3 milioni: E’ il numero di attraversamenti illegali delle frontiere rilevato nel 2015 e nel 2016, calato tra gennaio e novembre del 2020 a 114.300, ovvero il numero più basso negli ultimi sei anni (il 10% in meno rispetto allo stesso periodo nel 2019).

Afghanistan - Nonostante un calo del 55%, resta uno dei Paesi principali da cui hanno origine attraversamenti irregolari, insieme a Siria, Tunisia e Algeria.

Attraversamento del Mediterraneo, i numeri: nel 2020, sono stati 1.754 i morti o scomparsi, a differenza di quanto rilevato nel 2019 (2.095 persone). Gli sbarchi irregolari attraverso la rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia e Malta sono aumentati addirittura del 154% tra gennaio e novembre del 2020 rispetto al 2019. Nel 2020 ci sono stati 34.100 sbarchi rispetto agli 11.500 dell’anno precedente, specialmente a Lampedusa. Gli sbarchi in Spagna e in particolare nelle Canarie sono aumentati del 46% (35.800) nel 2020 rispetto all’anno precedente.

L’opinione dei cittadini europei - Nel giugno del 2019 la pubblicazione del sondaggio Eurobarometro indicava l’immigrazione come quinto tema in ordine di importanza a influenzare le decisioni dei cittadini alle elezioni europee del 2019. I risultati invece dell’ultimo sondaggio Parlameter del 2020 fanno emergere un calo nell’importanza data alle questioni di immigrazione da parte dei cittadini europei. E infine, secondo il sondaggio, la questione migratoria rappresenta il principale punto di disaccordo fra l’Ue e i governi nazionali.

Le politiche del Parlamento Ue - In seguito agli arrivi del 2015, il Parlamento Ue ha aumentato sensibilmente i fondi destinati alle politiche di immigrazione, asilo e integrazione. E, nel bilancio a lungo termine dell’Ue 2021-2027, sono stati 22,7 i miliardi di euro destinati all’immigrazione e alla gestione delle frontiere, ovvero il doppio rispetto ai 10 miliardi di euro messi a bilancio per il periodo 2014-2020.

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