La guerra a Ghouta Est, in Siria, non si placa e continua a mietere vittime: sono circa 700 i civili morti, tra cui più di 200 bambini, in soli 12 giorni, ma il bilancio è destinato a crescere perché i raid aerei continuano anche durante i momenti di tregua prestabiliti per introdurre sul territorio gli aiuti destinati alla popolazione.
I "corridoi umanitari", istituiti dalle forze siriane per l'evacuazione della popolazione, si sono rivelati fallimentari: vengono bombardati dalle "organizzazioni terroristiche", come scrive la Sana (Syrian Arab News Agency), e diversi residenti hanno detto di non volersi allontanare dalla città dal momento che non "si fidano" del regime e del suo alleato russo e dicono di temere rappresaglie.
L'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Zeid Ra'ad al Hussein, ha parlato di possibili crimini di guerra e contro l'umanità. "La Siria deve essere denunciata alla Corte criminale internazionale", ha affermato Zeid, aprendo a Ginevra una sessione urgente del Consiglio dei diritti umani chiesta dalla Gran Bretagna. Ma il voto su una risoluzione proposta da Londra è stato rinviato a lunedì.
L'Onu continua a chiedere il rispetto della risoluzione approvata sabato scorso dal Consiglio di Sicurezza che prevede una tregua di 30 giorni in tutto il Paese. Lo stesso hanno fatto il presidente americano Donald Trump, quello francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, in una serie di contatti telefonici. Il presidente americano "ha sottolineato che gli Usa non tollereranno le atrocità del regime di Assad".
"Le violenze continuano in diversi luoghi nel Paese, in alcuni si sono intensificate, in altri divampate. Le violenze sono in corso ad Idlib, Afrin, Deir-ez-Zor, Damasco, in alcune parti di Aleppo e nel Ghouta orientale, con notizie di bambini uccisi e feriti. La guerra sui bambini all'interno della Siria non si è fermata, la Siria resta uno dei posti più pericolosi per un bambino", ha spiegato Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Nord Africa e il Medioriente, affermando che "gli operatori dell'agenzia restano sul campo in Siria e nei Paesi vicini lavorano incessantemente".
Intanto le forze governative sono avanzate in parte della Ghuta, conquistando il villaggio di Hawsh Zreika. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha detto che l'operazione, che ha avuto l'appoggio dell'aviazione siriana e russa, si è resa necessaria a causa delle "provocazioni da parte delle formazioni armate illegali".
La guerra continua anche nella regione curda di Afrin, nel nord-ovest della Siria, dove tra giovedì e venerdì almeno 8 soldati turchi sono rimasti uccisi e 13 feriti in combattimenti. Salgono così ad almeno 40 i militari di Ankara uccisi dall'inizio dell'operazione "Ramoscello d'ulivo", che vede le forze turche impegnate a sostenere un'offensiva di ribelli loro alleati contro le milizie curde dell'Ypg. Da parte sua, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), l'esercito turco ha bombardato due postazioni delle milizie filo-Assad entrate la scorsa settimana nell'enclave uccidendo almeno 17 combattenti delle cosiddette "Forze popolari".