La Corea del Nord fornirebbe al regime siriano materiali che possono essere usati nella produzione di armi chimiche. Lo ha rivelato il New York Times, citando un dossier scritto da esperti delle Nazioni Unite che hanno indagato sul rispetto delle sanzioni Onu a Pyongyang. Secondo il rapporto, tecnici nordcoreani sarebbero stati visti lavorare in Siria in strutture note per essere luoghi di produzione di armi chimiche e di missili.
Le forniture dalla Corea del Nord includerebbero mattonelle resistenti all'acido, valvole e termometri. Inoltre, secondo l'inchiesta realizzata da un panel di esperti incaricato di valutare l'ottemperanza delle attività nordcoreane con le sanzioni Onu, tecnici nordcoreani che si occupano di tecnologia missilistica sono stati visti al lavoro in siti militari siriani.
Pericolo potenziale - "Il dossier - scrive il Nyt - evidenzia il potenziale pericolo di un commercio del genere tra Siria e Corea del Nord, che potrebbe consentire alla Siria di mantenere le sue armi chimiche e fornire alla Corea del Nord il denaro per i suoi programmi nucleari e missilistici".
Quaranta spedizioni - Le possibili componenti chimiche farebbero parte di almeno 40 spedizioni, non rese note, avvenute dalla Corea del Nord alla Siria tra 2012 e 2017 e contenenti parti di missili balistici proibiti e materiali che potrebbero essere usati sia per scopi civili sia militari. Si tratta di informazioni non divulgate pubblicamente ma di cui il quotidiano americano è venuto a conoscenza.
I fatti recenti - Il documento che collega Pyongyang a Damasco è stato stilato mentre gli Usa e altri Paesi accusano il regime di Bashar al Assad di utilizzare sostanze chimiche contro la popolazione civile, in particolare di avere usato gas cloro di recente per colpire l'enclave ribelle di Ghouta est.
La condanna di Amnesty - "Fornire a qualsiasi stato materiale per produrre quelle terribili armi è profondamente deplorevole. Ma farlo nei confronti del governo siriano, che ha ripetutamente usato le armi chimiche contro la popolazione civile, costituirebbe un clamoroso tradimento nei confronti dell'umanità". Così Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International, che aggiunge: "Le Nazioni Unite dovrebbero rendere pubblico il loro rapporto. Se risultasse accurato, rappresenterebbe una prova vergognosa di come i crimini e le violazioni commesse dal governo siriano abbiano eroso il rispetto di divieti istituiti da tempo. L'uso delle armi chimiche - prosegue Maalouf - è stato ripudiato da molto tempo dalla comunità internazionale, per tante buone ragioni. Temiamo che il loro ripetuto uso in Siria possa avere terribili implicazioni, ben oltre il conflitto in corso".
L'avvertimento di Putin - La Russia "non ha intenzione di tollerare all'infinito" i bombardamenti dei miliziani da Ghouta est, in Siria. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in una conferenza stampa a Mosca, al termine dei colloqui con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. "Da lì si spara costantemente - ha affermato Putin -. Si arriva fino a 80 razzi e colpi di mortaio al giorno. I proiettili colpiscono perfino il territorio dell'ambasciata russa".