IL LEADER DI FORZA ITALIA

Berlusconi: "Se fra un anno si vota di nuovo, sarò io il candidato premier"

"Sono in campo controvoglia e per senso del dovere. Bisogna evitare che la setta M5s arrivi al governo e solo io lo posso fare. Sarò riabilitato dopo una sentenza assurda"

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Nel caso si tornasse al voto tra un anno, "temo che dovrò essere io il candidato premier". Lo ha dichiarato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, aggiungendo: "Non ho ambizione politica, sono in campo come nel '94 per senso del dovere. Questa volta l'ho fatto per evitare che la setta M5s arrivasse a prendere i voti per governare. Solo io posso evitare questo scenario, senza di me in campo la metà di chi vota Forza Italia si sarebbe astenuto".

Candidato controvoglia - Intervenendo a Radio Anch'io, Berlusconi dice che la sua intenzione è di candidarsi in caso di ritorno alle urne "contro la mia voglia di avere una vecchiaia serena", aggiungendo che "sarò riabilitato dopo una sentenza assurda, nonostante tutto il fango che mi hanno buttato addosso".

Il leader di Forza Italia torna poi a criticare i Cinque Stelle, avvertendo: "I ministri presentati da Di Maio sono degli sconosciuti, non li conosco, non hanno raggiunto una eccellenza che li porti alla visibilità, il suo è un governo dell'irrealtà: il M5s sarà la prima forza politica ma non avrà nessuna maggioranza in Parlamento, non possono raggiungere il 40%, faranno l'opposizione e vedremo quale sarà la loro opposizione".

Setta M5s - Sull'ipotesi di affidare al partito di Di Maio una Camera risponde: "Questa era una cosa che si faceva per fair play nella Prima Repubblica e io non sarei contrario ma questo si può fare se la loro opposizione rimanesse dentro dei limiti e non fosse quella del 'tanto peggio tanto meglio", loro sono una setta pericolosa senza democrazia e agiscono secondo gli ordini di Grillo". E ancora, sulla componente rosa della squadra di Di Maio ribatte: "Le donne presentate sono poche, io ne ho messe molte di più perché le donne se lo meritano. La sinistra le ha dimenticate cancellando anche il ministero delle Pari opportunità".