Kenshiro, Ken il Guerriero, l’uomo dalle sette stelle. Nomi diversi per uno dei personaggi più iconici degli anni Ottanta, protagonista di un anime (e un manga) che ha fatto la storia fra uomini invincibili, delinquenti dalle capigliature discutibili, tecniche in grado di far esplodere una persona e quella frase che chiunque abbia mai visto anche un solo episodio conosce persino in lingua originale: Omae Wa Mou Shindeiru, “Tu sei già morto”. E lo sono davvero, i nemici che provano a sbarrare la strada a Kenshiro in questo nuovo titolo con cui SEGA vuole abbandonare una precedente produzione non proprio fortunata: lasciando da parte i musou (un genere di giochi di combattimento piuttosto di nicchia in Occidente ma molto diffuso in Oriente) pubblicati su PlayStation 3, per lo sviluppo di Hokuto ga Gotoku si è deciso di basarsi su un’altra serie di punta prodotta sempre da SEGA: Yakuza (ne abbiamo parlato qui). La demo disponibile da qualche giorno sul PlayStation Store giapponese ha messo in chiaro fin da subito l’evidente ispirazione che trae da questa saga, grazie a un combattimento brutale per mantenersi in linea con lo spirito di Ken ma divertente, dinamico e fluido, arricchito da diverse opzioni volte a rendere il tutto ancora più vario.
Se da un lato infatti possiamo eseguire tutte le tecniche più famose della Divina Scuola di Hokuto per sbarazzarci più in fretta dei nemici dopo averli indeboliti, dall’altro avanzando di livello e sbloccando nuove abilità ci verranno assegnati degli attacchi extra che ci infonderanno il potere di uno specifico personaggio della saga. Potremmo attaccare secondo lo stile di Toki, il fratello di Ken, oppure avere fra le mani un lanciafiamme come un qualsiasi scagnozzo di Souther. Le possibilità sembra vogliano suggerire un sistema di combattimento il meno ripetitivo possibile ma rimaniamo in attesa di provare una versione più completa per poterlo dire con maggiore certezza. Nel frattempo, basandoci su questa demo, si può dire che Hokuto ga Gotoku scorre meglio di quanto non abbiano fatto i suoi non molto fortunati predecessori ma non manca di qualche sbavatura come una gestione imperfetta della telecamera e una hitbox (il punto dove si conteggiano i danni inflitti) ancora piuttosto imprecisa. Niente che il team di sviluppo non possa sistemare e, in generale, non sono difetti che rovinano davvero l’esperienza. Per potenziare il nostro Guerriero di Hokuto è necessario salire di livello e una volta ottenute delle speciali sfere distribuirle in una delle quattro sezioni, a loro volta suddivise in quarantotto slot, perché Kenshiro possa imparare nuove tecniche oppure più semplicemente migliorare le proprie statistiche.
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Kenshiro è proprio come abbiamo imparato ad apprezzarlo nell’anime: imponente, silenzioso, diretto quando parla e soprattutto implacabile con chiunque gli sbarri il passo. Nella prima parte della demo, sostanzialmente un tutorial con le basi del combattimento, abbiamo inseguito l’eterno rivale Shin per confrontarlo e costringerlo a restituirci l’amata Yuria (Giulia nella traduzione italiana): di fronte al suo prevedibile rifiuto scatta lo scontro, fatto di tutto ciò che abbiamo sperimentato sulla pelle di avversari più deboli e senza alcuna speranza. Kenshiro è forte di base ma volendo possiamo anche affidarci al potere delle Sette Stelle per diventare ancora più invincibili, attivando una modalità potenziata e dalla durata limitata durante la quale i colpi faranno nettamente più male e i danni subiti saranno inferiori.
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Nella seconda parte della demo, Hokuto ga Gotoku ci permette di visitare la colonia di Eden dove, in compagnia dello scanzonato Bat, cominceremo una missione secondaria volta a trovare i pezzi utili a rimettere in sesto un mezzo di trasporto - nel caso specifico, una sorta di camioncino che ha visto giorni migliori. Con la scusa di spostarci da un punto d’interesse all’altro ci viene data un’idea delle fasi più tranquille del gioco, quelle dove interagire con altri personaggi, visitare negozi per acquistare oggetti oppure prendere parte a minigiochi. Caratteristica tipica della serie Yakuza, che ambientata in tempi moderni non sente il peso di questi piccoli svaghi, in Kenshiro i minigiochi sono forse il punto di maggior dubbio: non avendo potuto provarne nessuno è difficile capire se e come si adegueranno al mondo post-apocalittico dove si ambientano le nostre avventure ma la speranza è che non snaturino troppo l’originale in favore di esperienze magari divertente (in Yakuza strappano più di un sorriso) ma poco integrate nel contesto generale. L’unico che abbiamo potuto testare è stato un circuito di corsa dopo aver messo in sesto il camioncino ma era più che altro una scusa per testare i comandi di guida e accorgersi che sono il lato più debole di tutta la demo: ingestibili, forse per via di un veicolo già di per sé discutibile, non aiutano di certo a godere di un aspetto che a quanto sembra avrà moltissima rilevanza nel corso del gioco - dato che per spostarci da un luogo all’altro potremo spesso utilizzare le quattro ruote. Di nuovo, non ci resta che aspettare una seconda prova per capire meglio il sistema di guida in Hokuto ga Gotoku, che dimostra di avere potenzialità. Deve solo essere incanalata a dovere.
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Nel complesso, in ogni caso, siamo di fronte a un videogioco dal potenziale incredibile e che senza alcun dubbio gioverà alla serie videoludica dedicata a Kenshiro. Un sistema di combattimento fluido, divertente e che mette a disposizione le teniche mortali della Divina Scuola di Hokuto per dare un senso di spettacolarità al tutto è proprio quanto un appassionato potrebbe desiderare. Dal punto di vista grafico nulla da eccepire, se non alcune lievi imperfezioni negli spazi aperti come il deserto, ma per il resto la resa è ottima e i personaggi ci vengono restituiti con dovizia di particolari, valorizzati a volte da inquadrature e sequenze che ricordano molto quelle dell’anime. La vera incognita di Hokuto da Gotoku è la data: sappiamo che in Giappone sarà pubblicato l’8 marzo ma non sono ancora giunte notizie per una possibile edizione occidentale. Non ci resta che incrociare le dita e sperare che l’Orsa Maggiore ascolti il nostro desiderio, perché sarebbe un peccato non poter godere di un videogioco che finalmente sembra dare la meritata giustizia a uno dei personaggi chiave della nostra gioventù.