L'Orso d'oro della 68sima edizione del Festival di Berlino è andato al film "Touch me not" della regista romena Adina Pintilie. L'orso d'argento per la miglior regia è andato invece a Wes Anderson per "L'isola dei cani". Il premio per il miglior attore a Anthony Bajon, mentre per la miglior attrice ad Ana Brun. Nessun premio per l'Italia: nel concorso principale figurava "Figlia Mia" di Laura Bispuri.
Un'edizione nel segno soprattutto delle donne, ma anche dell'impegno politico, come è tradizione della Berlinale. A "Touch Me Not", ricercapsicologica sul desiderio umano e sulla reale possibilità di entrare in contatto con l'altro, va anche il premio opera prima. Protagonista una donna che nonvuole essere toccata e cerca il senso del contatto negli altri. "Vorrei che questo film ci aprisse tutti al dialogo al di là di ogni frontiera", ha detto Pintilie ritirando il premio dalla giuria presieduta da Tom Tykwer.
E anche l'Orso d'argento Gran Premio della giuria è al femminile. A prenderlo è Malgorzata Szumowoska con "Mog", inno acido e grottesco al consumismo con una folla di persone di ogni età che pur di accaparrarsi il più possibile a una svendita natalizia si spoglia fino alle mutande. Niente per l'Italia che sperava in "Figlia mia" di Laura Bispuri, mentre "L'Isola dei Cani", film in stop-motion di Wes Anderson, che molti davano alla vigilia per favorito, non ottienel'Orso d'oro ma conquista la miglior regia. "Las Herederas" di Marcelo Martinetti (in sala con Lucky Red) che, oltre all'Alfred Bauer, ha vinto il premio per miglior attrice andato ad Ana Brun, è ancora una volta una sinfonia al femminile con la storia di Chela e Chiquita, coppia lesbo che vive da trenta anni insieme. Quando la tonica Chiquita viene arrestata per frode fiscale, Chela scopre che la sua anima non è così dimessa come credeva e che può farsi una nuova vita.
La preghiera, l'affidarsi a Dio, può essere un'ancora contro la deriva delle droghe. E' quello che rappresenta con forza e misticismo "La Priere" di Cedric Kahn (Gli uomini di Dio) e giustamente ottiene il premio come miglior attore andato al giovane Anthony Bajon, nell'interpretazione del multi-facce Thomas. Tra i delusi c'è soprattutto la Germania che non ottiene nulla nonostante molti avessero puntato "In The Aisles" di Thomas Stuber, storia d'amore triste tra due impiegati nel background di un grande magazzino nella provincia della Germania est d'oggi. Ma tra i favoriti che non hanno ottenuto nulle c'era anche il norvegese U:JULY 22 con la cronaca al cardiopalma della strage di 69 giovani sull'isola di Otaya e l'anti-musical-splatter bianco e nero "Season of the devil" del filippino Lav Diaz.