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Eni rinuncia, la nave Saipem lascia le acque di Cipro

La piattaforma, bloccata dal 9 febbraio da cinque natanti militari turchi, "è costretta a tornare indietro"

dal-web

Svolta nel caso della Saipem 12000, la nave noleggiata dall'Eni e bloccata dal 9 febbraio al largo della costa sudorientale di Cipro dalla marina militare turca, a circa 50 chilometri dall'area designata per le sue perforazioni su licenza di Nicosia. La piattaforma sta per lasciare le acque del Mediterraneo orientale, diretta in Marocco per altre attività, dopo essere stata nuovamente bloccata sul suo percorso di navigazione da 5 mezzi navali di Ankara, che hanno "minacciato di usare la forza".

L'annuncio arriva dal governo di Nicosia, secondo cui si tratta di una battuta d'arresto che però non impedirà nei prossimi mesi le previste esplorazioni di idrocarburi nella sua Zona economica esclusiva, parzialmente rivendicata anche da Ankara e dai turco-ciprioti. Tra le altre compagnie che hanno ricevuto licenze, ci sono la francese Total e l'americana ExxonMobil.

Il passo indietro è giunto dopo un ultimo tentativo di aggirare il blocco "illegale" turco, concordato da Nicosia con il Cane a sei zampe, secondo il ministro cipriota dell'Energia Giorgos Lakkotrypis. La Saipem 12000 ha provato a dirigersi con "grande determinazione" verso il Blocco 3, dove erano previste le attività di perforazione, ma è stata intercettata dalla marina turca, che ha "minacciato di usare la forza". A quel punto, la nave è stata costretta a tornare indietro, dirigendosi poi verso il porto cipriota di Limassol per fare rifornimento.

Entro qualche giorno partirà per il Marocco, come preannunciato ieri dall'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi. Dopo il braccio di ferro in mare, la palla resta ora nel campo della diplomazia. Il presidente cipriota Nikos Anastasiadis, a Bruxelles per la riunione informale dei leader dei 27, ne ha discusso con quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e con il premier greco Alexis Tsipras.

Nuovi colloqui ad alto livello sono previsti nei prossimi giorni per affrontare una questione che sta aggravando ulteriormente le tensioni tra Ankara e Bruxelles, a poco più di un mese dall'atteso summit di Varna tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i vertici Ue. Cipro, intanto, prepara ricorsi ai tribunali internazionali. "La Turchia crede che ci spaventerà in modo da farci fermare le nostre attività. Al contrario - assicura Nicosia - continueremo con il nostro programma, nonostante tutte le provocazioni".

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