La Guardia di finanza, su richiesta della procura di Alessandria, ha sequestrato il marchio Borsalino. Lo si apprende da ambienti vicini all'azienda, dichiarata fallita a fine 2017. Erano stati i curatori fallimentari, Stefano Ambrosini e Paola Barisone, ad attivarsi per il sequestro, autorizzati dal giudice delegato al fallimento. Il sequestro scongiura il trasferimento del brand a terzi.
Tuttavia da ambienti vicini ad Haeres Equita, la società dell'imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio, proprietario del marchio e con l'affitto del ramo d'azienda, precisano che il sequestro preventivo del marchio ha come unica motivazione che non sia ceduto a terzi, cosa peraltro mai voluta dall'azienda. Dunque Haeres può continuare a produrre, a promuovere e a usarlo. Insomma, bisognerà aspettare la conclusione della vicenda giudiziaria per capire come andrà a finire.
Ma intanto, in attesa attesa di quel momento, ci sono state manifestazioni di interesse da parte di una decina di realtà, sia italiane sia straniere, tutte disposte a fare cospicui investimenti e a rilanciare il marchio più famoso nel settore , ma sempre e solo a condizione di poter spendere sul mercato quel nome - Borsalino - che è diventato sinonimo di cappello di alto profilo e di Made in Italy. Basti pensare che per creare uno dei loro cappelli iconici servono 52 passaggi e sette settimane di lavorazione.