Fino al 3 giugno

A Treviso, "Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet"

Una ventina di lavori su carta e 50 statue tra le più note: da "Il bacio" al "Pensatore", dal "Monumento a Balzac" a "Uomo con il naso rotto"

di Lorella Giudici

Treviso, la città più romantica d’Italia e luogo natale di uno dei più grandi scultori del 900, Arturo Martini, ospita dal 24 febbraio al 3 giugno una ventina di lavori su carta e 50 statue tra le più famose di Auguste Rodin: da Il bacio al Pensatore, dal Monumento a Balzac all’Uomo con il naso rotto.

Le prime due, ispirate alla storia di Paolo e Francesca del canto V dell’Inferno, appartengono a un grandioso progetto, La porta dell’Inferno, commissionato all’artista dallo stato francese nel 1880 per il futuro museo delle Arti Decorative. I loro corpi pulsanti fanno dimenticare il peso della materia perché ogni più piccola parte emana l’intensità che sta dentro al pensiero, dentro al sentimento e supera il limite fisico per dialogare con l’anima.

Gli amanti, uno dei soggetti più cari allo scultore, emergono spesso da nuvole di marmo candido (La morte di Adone, 1891; Paolo e Francesca tra le nuvole, 1904-1905), mentre le teste dialogano con la luce che sui loro tratti si fa ombra seria e riflessiva, si fa mistero e nebbia impalpabile, malinconia e abbandono.

Il percorso, dunque, oltre a mettere in evidenza il fortissimo interesse che la scultura di Rodin ha dimostrato per l’antico (Uomo che cammina, 1907) e per Michelangelo (soprattutto un viaggio in Italia nel 1876), dimostra anche come sia stato capace di rendere morbido e sensuale il marmo, di far vibrare il gesso, di infondere nella forma un respiro di vita, un palpito d’amore, in altre parole di portare la scultura da un piano puramente formale e fisico, a uno ideale e lirico.

La rassegna, che sancisce la conclusione dell’anno centenario della morte di Auguste Rodin (1917), è completata da una famosa tela di Edvard Munch, del 1907, che ritrae la statua del Pensatore nel giardino del dottor Linde (importante collezionista di Rodin e di Munch) a Lubecca e da un quadro di Monet, uno di quelli esposti nella celeberrima mostra Monet/Rodin del 1889 nella galleria parigina di Georges Petit.

Inoltre, nella mostra di Treviso sarà ripercorsa, attraverso lettere e documenti, l’intera vicenda biografica (compreso il tormentato amore con Camille Claudel, modella e artista) e creativa dello scultore. Nuclei collaterale alle opere di Rodin sono un’importante selezione di opere di Arturo Martini e una mostra monografica su Gino Rossi ospitate nel rinnovato Museo Luigi Bailo.