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Inps: nel 2017 crescono i posti di lavoro, ma è boom tempo determinato

Scende ancora l'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni che si ferma al 23,2% (contro il 42% del 2015)

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Nel 2017 si è registrata una crescita di occupazione di quasi mezzo milione di posti di lavoro, relativi però soprattutto a contratti a tempo determinato. Secondo i dati Inps, infatti, "si registra un saldo tra i flussi di assunzioni e cessazioni pari a +488mila". Ma il totale si ottiene sommando "-117.000 contratti a tempo indeterminato, +58.000 di apprendistato, +10.000 stagionali e, soprattutto, +537.000 a tempo determinato".

Sempre meno assunzioni stabili: solo il 23,2% - Continua dunque a scendere l'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni che si ferma al 23,2% nei dodici mesi del 2017 contro il 42% del 2015, quando era in vigore l'esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato. Praticamente, quindi, meno di un'assunzione su quattro è "fissa" e rispetto a picchi del 2015 si registra quasi un dimezzamento.

Balzo dei contratti a chiamata: +120% - "Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo - sottolinea l'Inps nell'Osservatorio sul precariato fa il punto sul 2017 - l'incremento dei contratti di somministrazione (+21,5%) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre all'arco temporale gennaio-dicembre, sono passati da 199.000 (2016) a 438.000 (2017), con un incremento del 120%". Balzo che, spiega l'Inps, può essere "posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di sei dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale".

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