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Donnavventura: esplorazione in Etiopia

Il tour Africa e Oceano Indiano fa tappa tra straordinarie architetture monolitiche e luoghi di grande spiritualità

La spedizione di Donnavventura fra Africa e Oceano Indiano è arrivata alla settima puntata e protagonista è l’Etiopia. La prima tappa è Lalibela nel nord del Paese, una realtà unica al mondo per le sue chiese monolitiche e semi-monolitiche scavate nella roccia. Fiore all’occhiello del sito è la chiesa di San Giorgio, realizzata con pianta cruciforme da un unico blocco di pietra, che gli operai hanno intagliato a partire dal livello del terreno e scendendo sino a 12 metri di profondità.

Ovunque si respira un’atmosfera di grande devozione e misticismo, e non sono pochi coloro che si ritirano tra queste rocce, per condurre una vita di preghiera ed eremitaggio. L’Unesco ha inserito Lalibela fra i suoi patrimoni mondiali dell’umanità nel 1978 e la considera come una delle 50 città che devono assolutamente essere visitate almeno una volta nella vita.

Si lascia Lalibela alla volta di Gondar, fondata intorno al 1635, e diventata capitale dell’impero. In virtù di questo ruolo sono stati edificati magnifici palazzi che esistono tutt’ora e che sono racchiusi all’interno della cittadella reale, nel complesso architettonico di Fasil Ghebbi.
Il team si rimette in marcia in direzione nord per raggiungere il massiccio roccioso del Gheralta, che si eleva per quattro-cinquecento metri sull’altopiano, disegnando l’orizzonte con guglie, pinnacoli e torrioni di arenaria rossa. Tra queste ruvide montagne sono nascoste meravigliose chiese rupestri che il popolo del Tigray conosce da tempo immemore, ma di cui il resto del mondo ha ignorato l’esistenza fino agli anni ’60 del secolo scorso, quando un missionario cattolico etiope, Abba Tewolde-medhin Yosef, e i suoi compatrioti ortodossi, rivelarono che nella regione c’erano 120 chiese incastonate nelle fenditure della roccia. Alcune sono realizzate su picchi quasi inaccessibili perché altezza è anche sinonimo di vicinanza a Dio e la fatica che si fa per raggiungere questi luoghi angusti è un modo per espiare i peccati.

Degne di nota sono la chiesa di San Pietro e Paolo, raggiungibile risalendo una liscia parete calcarea ed inerpicandosi su di una traballante scala a pioli abbarbicata sulla costa della montagna, e quella di Abraha Atsbah, dedicata agli omonimi fratelli gemelli, figli del re di Axum, che regnarono insieme. La sua particolarità è quella di aver avuto una grande importanza per secoli, poiché si trovava all’intersezione delle rotte carovaniere che dall’Africa Nera portavano al Medio Oriente. La chiesa e il monastero quindi non erano solo luoghi di culto e di preghiera ma erano posti di ristoro, dove i viaggiatori e i mercanti erano certi di trovare acqua e erba per i loro animali.

Donnavventura lascia l’acrocoro etiope e comincia lentamente a scendere verso la depressione della Dancalia, raggiunge la cittadina di Berhale dove nel greto del fiume Saba si incontriamo le prime carovane di cammelli. Questo è un punto strategico dove le carovane provenienti dalla piane del Sale si fermano per riposare. Scaricano i pesanti blocchi di sale, pronte a ripartire l’indomani per una nuova, faticosa spedizione.

L’appuntamento con la settima puntata di Donnavventura Africa e Oceano Indiano è per domenica 25 febbraio alle 14.00, su Rete4.

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