Fabrizio Corona ha lasciato il carcere di San Vittore, dove era detenuto, e torna in una comunità terapeutica. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Milano che ha concesso all'ex agente dei "paparazzi" l'affidamento terapeutico in una comunità a Limbiate, nel Milanese. Corona dovrà seguire quotidianamente una terapia per disintossicarsi dalla cocaina.
L'affidamento terapeutico in una comunità di disintossicazione è provvedimento "provvisorio" che dovrà comunque essere confermato da un Tribunale in composizione collegiale nel corso di un'udienza prevista per la fine del mese di marzo.
Corona ra già stato scarcercato nel giugno 2015 dopo aver ottenuto dal magistrato di sorveglianza il via libera per poter scontare la pena residua (circa 5 anni di carcere) svolgendo servizi socialmente utili all'interno della comunità Exodus di Don Mazzi a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. Dopo pochi mesi ottenne l'affidamento in prova sul territorio, con la possibilità di partecipare a serate in discoteca e ad altri eventi mondani per la promozione della sua immagine.
Venne riarrestato nell'ottobre 2016 dopo la scoperta del cosiddetto "tesoretto" che avrebbe sottratto al fisco: circa 2,6 milioni di euro tra gli 1,7 milioni murati nel controsoffitto della sua storica collaboratrice Francesca Persi e gli 860 mila euro nascosti in due cassette di sicurezza di una banca austriaca di Innsbruck. Il processo penale che lo ha visto imputato per intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione si concluse con una condanna light: 1 anno di carcere, contro i 5 chiesti per lui dalla pubblica accusa.
Corona: felice ma 16 mesi di attesa sono troppi - "Sono contento di essere uscito, ringrazio il magistrato, ma sono anche incazzato per la fatica, perché ci sono voluti 16 mesi ad ottenere ciò. Sono le prime parole di Fabrizio Corona, uscito dal carcere milanese di San Vittore dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza, riferite dal suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa. Il difensore ha fatto notare anche lui la "fatica" per ottenere la scarcerazione. "Potevano bastare 16 giorni non 16 mesi", ha detto.