SAN VALENTINO

Sesso, per la metà dei ragazzi l'amore non è protetto

È quanto emerge da una ricerca condotta da Skuola.net per Durex su un campione di 30mila giovani tra i 14 e i 25 anni. A mancare è soprattutto una ‘cultura sanitaria’

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I giovani e il sesso: un rapporto che, molto spesso, nasce con il piede sbagliato. A mancare è soprattutto un’adeguata ‘educazione sessuale’, dato che la fonte di riferimento sull’argomento è la Rete. A lanciare l’allarme una ricerca condotta da Skuola.net per Durex, effettuata su un campione di oltre 30mila ragazzi tra i 14 e i 25 anni. Numeri alla mano, la più grande indagine sull’argomento - rivolta alle nuove generazioni - mai svolta in Italia.

L'educazione sessuale si fa sul web
Il web è il miglior amico a cui confidare i dubbi legati al sesso: il 67% dei ragazzi infatti, quando vuole trovare una risposta ai propri interrogativi sull’argomento, ammette di cercare informazioni su Internet. Il medico è quasi uno sconosciuto: appena il 13% valuta se consultare un ginecologo (o un andrologo). Minoritarie le altre opzioni: solo il 30% ne parla a un coetaneo, il 23% si confida con il partner, il 19% con i genitori. Tempi duri per ginecologi e andrologi: 6 ragazze su 10 e 8 ragazzi su 10 non li hanno mai visitati. E le cose non migliorano se si isolano i ‘sessualmente attivi’ (sono il 36% del campione, oltre 10mila ragazzi): il 55% non si è mai confrontato con l’andrologo o il ginecologo. 9 su 10 poi non hanno mai effettuato il test sull’HIV e/o verificato presenza di altre malattie sessualmente trasmissibili (MST).

Non sempre si conoscono le malattie sessualmente trasmissibili
Non deve sorprendere, perciò, l’aumento dei casi di tali patologie denunciata dalla comunità sanitaria. La metà degli intervistati, inoltre, dimostra di non conoscerle arrivando a non identificare come tali papilloma virus, gonorrea, clamidia, sifilide e addirittura l’Aids. Solo il 64%, tra l’altro, sa che dall’HIV non si guarisca mai in maniera definitiva. L’81% dei giovani, invece, crede che non si possa rimanere incinta al primo rapporto sessuale. Mentre il 52% non sa che è possibile anche 24 ore dopo il ciclo mestruale. Circa 1 su 4, invece, è convinto che il coito interrotto sia un metodo contraccettivo efficace per evitare gravidanze indesiderate (e il 14%, pur essendone consci, si assume lo stesso il rischio).

Il preservativo è visto più come contraccettivo
Questo quadro ci aiuta a comprendere perché lo strumento di prevenzione più indicato, il condom, non sia uno standard. Tra i sessualmente attivi poco più della metà lo usa regolarmente, senza grandi differenze tra chi ha un partner stabile e chi ha rapporti occasionali. Il motivo principe è quello di evitare gravidanze indesiderate e poi, in seconda battuta, le MST. La sua funzione, quindi, è vista più di tipo ‘contraccettivo’. Ne è riprova il fatto che il mancato utilizzo è soprattutto legato all’impiego di altri metodi anti-gravidanza, pillola contraccettiva in primis.

La 'colpa' del preservativo? Uccidere la passione
Una discreta quota di contrari al preservativo (27%) afferma di non usarlo perché diminuisce il piacere. E circa 1 su 10 di quelli che ci hanno provato almeno una volta sostiene che tirare fuori il preservativo nel ‘momento caldo’ genera imbarazzo o vergogna. Forse perché in molti (48%) non sanno che il preservativo sia l’unico dispositivo che protegge dall’HIV. E circa 1 su 4 non è a conoscenza che sia il metodo più efficace per non contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Ci si vergogna a chiedere il preservativo
Resiste la barriera all’acquisto: i giovani prediligono modalità d’acquisto più ‘discrete’. Solo il 22% entra in farmacia. Il 38%, invece, li compra nei distributori automatici. Il 27% lascia l’incombenza al partner. Il 7% li acquista al supermercato, il 4% online. Forse basterebbe capire che il preservativo è una cosa utile alla coppia e non alle singole persone. Peccato che, ad oggi, il 32% del campione crede che procurarsi il preservativo sia una prerogativa di uno solo dei due, quasi esclusivamente del maschio.

La campagna d'informazione per i più giovani
Insomma bisogna informare meglio i giovani e farlo nel canale da loro prediletto, internet appunto. Così Skuola.net e Durex non si fermeranno solo a fare chiarezza sui problemi, ma si prodigheranno in maniera attiva per dare un contributo sostanziale al miglioramento della situazione. Previste nei prossimi mesi una serie d’iniziative che porteranno questo messaggio in giro per l’Italia: si parte con un tour - tra febbraio e aprile – nei licei di tre grandi città: Roma, Milano, Napoli. L’obiettivo è quello di sperimentare, con un migliaio di studenti, un nuovo format di educazione all’affettività e alla sessualità. Abolita la tradizionale lezione frontale, si farà informazione divertendosi attraverso quiz e domande relative al sesso sicuro e alla prevenzione.

Le piattaforme social il mezzo per sensibilizzare i ragazzi
E, visto che i canali prediletti da questo target sono sempre più le social community, gli studenti coinvolti nel tour diventeranno protagonisti anche di una serie di content video realizzati per indagare il loro approccio alla contraccezione ed eliminare la barriera d’imbarazzo. Contenuti, questi, accompagneranno il tour e saranno distribuiti sia sui social che sul portale Skuola.net, nello spazio video pomeridiano dedicato al break dallo studio. Lo strumento per rispondere alle migliaia di domande che gli studenti hanno già posto nell’ambito della ricerca. Durex con questa partnership ha scelto un percorso più educational per parlare ai giovanissimi di sesso sicuro. Obiettivo è la sensibilizzazione degli stessi all’uso cosciente del preservativo, aiutandoli a comprendere la sua importanza non solo come strumento anti-concezionale ma soprattutto come metodo di prevenzione delle MTS.