Un Forum di Assago gremito, come lo sarà per i prossimi 11 concerti, prima di partire per le date nel resto di Italia. Così è partito il tour 2018 di Jovanotti. Tante canzoni dal nuovo album "Oh, vita!" e solo grandi hit rimaneggiate in funzione di una band dove la sezione ritmica e i fiati la fanno da padrone. "E' uno show oltraggioso nel suo essere colorato, ritmico, nel suo opporsi alla cupezza - dice Jova -. In questo è molto donchisciottesco".
Il riferimento a Don Chisciotte è presto spiegato. Il personaggio di Cervantes è uno dei protagonisti del concerto, e al tempo stesso uno spunto da cui Jovanotti è partito per mettere insieme il concept dello show. "Negli ultimi tour avevo lavorato più sulla figura del supereroe. Ma ho letto nei mesi scorsi una nuova traduzione del libro di Cervantes e ho scoperto che Don Chisciotte ha la mia età, 51 anni. L’ho visto come un segno". Ecco quindi il lungo visual animato che apre lo spettacolo, con un Jova cartone animato nei panni di Don Chisciotte, panni che poi veste realmente in un altro visual che accompagna "Gli immortali" ("Quel costume fu usato da Gassmann in uno spettacolo").
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L'altro elemento forte dell'impianto scenico sono i 13 lampadari in cristallo, stile foyer della Scala, che sovrastano il pubblico della platea. Un richiamo alla classicità che si associa all'overture del "Guglielmo Tell" di Rossini, che introduce il concerto, e il "Libiamo ne' lieti calici" da "La Traviata", con la voce di Pavarotti, che sottolinea un momento di passaggio del concerto da un dj set di Lorenzo a una scatenata "L'ombelico del mondo" (uno dei momenti più alti della serata, ça va sans dire). "Lo spettacolo deve essere una festa, mi piaceva l'idea di trasformare il palasport in un salone delle feste - spiega -. Poi mentre registravamo il disco in una villa rinascimentale c’era questo lampadario nel salone, che guardavo sempre. Quando eravano alla ricerca di un’idea per il tour mi è venuta quella di un lampadario enorme nel centro del palasport che accogliesse il pubblico e poi diventasse un elemento scenico con laser e altro. Poi i lampadari sono diventati molti".
Questo di "Oh, vita!" è uno spettacolo che vive di contrasti. Classicità e tecnologia moderna, tanti pezzi nuovi (alla fine saranno ben otto) e grandi hit del passato ("Ciao mamma", "Ragazzo fortunato", "Penso positivo", "Muoviti muoviti"), ritmica spinta (una band con ben due batterie e un percussionista) e molti momenti intimi e romantici, spesso con brani di successo rivisitati ad hoc, come "Le tasche piene di sassi" fatta solo chitarra e voce. "Volevo che fosse uno show rock’n’roll - spiega lui -. Deve essere eccitante, deve dare sensazione di allegria, di energia, ci deve essere il buio e la luce. Pezzi nuovi e grandi hit, niente pezzi strani del passato. Quando ho detto che volevo mettere dentro otto o nove canzoni del nuovo album ho visto facce spaventate ma ho tranquillizzato tutti: sono 40 anni che faccio il dj, so come si costruiscono le scalette". E il dj nello show Lorenzo lo fa davvero, in un lungo dj set in solitaria su una pedana sospesa. Uno dei pochi momenti dove basi ed elettronica diventano protagoniste, rispetto alla preponderanza di ritmica acustica e fiati. Alle fine i pezzi saranno ben 28, per più di due ore e mezza di show ("Ma io alla fine mi sentivo benissimo, avrei ricominciato").
La partenza da Milano di questo tour l'ha spiegata lo stesso Lorenzo nel corso del concerto. "Qui ho fatto il primo concerto della mia vita, 30 anni fa - ha detto -. Avevo fatto un album quasi per scherzo, 'Jovanotti For President' ed era diventato un successo incredibile. Per me poteva finire anche tutto in quel momento e fermarmi lì, mai avrei immaginato tutto questo. Milano mi ha cambiato la vita, era giusto partire da qui". E qui, inteso come Forum, ci starà per altre 11 serate, per poi partire alla volta di Rimini, Firenze (9 show), Torino (5), Bologna (3), Roma (8), Acireale (3), Verona (6), Eboli (3), Ancona (3) e Padova, per poi passare all'estero.