AL MANZONI

Bebo Storti: "Con Brera e Jannacci racconto la mia Milano"

Il 12 febbraio va in scena al Manzoni di Milano "Gioann Brera, l'inventore del centravanti", con Bebo Storti e Sabina Negri

di Massimo Longoni

© ufficio-stampa

Va in scena, al teatro Manzoni di Milano il 12 gennaio, "Gioann Brera, l'inventore del centravanti", spettacolo scritto da Sabina Negri e interpretato da Bebo Storti e dalla stessa Negri. "Si tratta di un misto tra un racconto su Brera scritto da Sabina e la mia vita di milanese, dove trovano spazio Porta Romana, Enzo Jannacci... - dice Storti a Tgcom24 -. Con Brera ho scoperto che c'era modo di parlare di sport diverso dal solito".

Uno spettacolo dedicato al più grande giornalista sportivo italiano di sempre, quello che ha inventato un linguaggio per raccontare il calcio, il ciclismo, l’atletica come “epos”. Ma non solo. Un gran lombardo, cultore di cibi e di vini, di etnie, dialetti e storie dimenticate, e anche uno scrittore, arguto e ironico, erudito e popolaresco. "Era un gran mangiatore, ha scritto un libro bellissimo che si intitolava “La Paciada”. Ed era, come suggerisce il titolo dello spettacolo, in grado di coniare parole e termini che poi sono diventati parte integrante della nostra lingua, come centravanti o dribbling, che in inglese non esiste".

In scena ci sono anche due musicisti, Luca Garlaschelli e Simone Spreafico, perché la musica è parte integrante dello spettacolo. Ed è la musica di Enzo Jannacci. "Così come con Brera ho scoperto il giornalismo sportivo e che c’era modo di parlare di sport diverso dal solito, il primo spettacolo che ho visto al Carcano di Enzo cambiò il mio modo di concepire la musica - spiega Storti -. Ho capito che si poteva usare il dialetto e i tempi comici della mia Lombardia ed essere conosciuti in tutta Italia". Per questo spettacolo le canzoni sono state scelte con un'idea precisa: "Ho voluto quelle che parlassero degli ultimi, dei TF come li chiamavamo noi, i "taja foera". E ci sono solo canzoni di Enzo perché certe atmosfere, le campagne, le paludi prossime ai fiumi, si trovano solo nei suoi brani". 

Ma oggi qualcuno ha raccolto l'eredità di Brera o è stato un caso unico? "Ci sono molti giornalisti sportivi bravissimi, ma lui ha ispirato un certo modo di scrivere - dice l'attore -. Uno dei suoi meriti è stato quello di dire ad altri “questa cosa si può fare in altro modo”. Molti sono influenzati da quello che Brera è stato. Terruzzi è un mio amico, ha un modo di narrare e di scrivere che è quasi poesia".

Al termine dello spettacolo verrà offerto un risotto alla milanese in omaggio a Gianni Brera, grande cultore della cucina lombarda, proposto dagli chef della Federazione Italiana Cuochi. Ad accompagnarlo un calice di spumante offerto dalle Cantine Giorgi. Donazione a sostegno dei progetti del Dipartimento Solidarietà Emergenze - FIC