I conservatori della cancelliera tedesca Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz sono riusciti a trovare un accordo sul programma di governo della Grande Coalizione. L'ultima maratona negoziale è durata quasi 24 ore. Cdu, Csu e Spd, hanno trovato un'intesa anche sull'assegnazione dei ministeri all'interno della compagine di governo. I socialdemocratici tedeschi avrebbero ottenuto il ministero delle Finanze.
Nella scorsa legislatura il posto ritenuto cruciale era occupato da Wolfgang Schaeuble, "falco" del rigore della Cdu, che ora potrebbe ambire alla presidenza. All Spd, tra gli altri ministeri dovrebbero andare Esteri e Lavoro. Secondo la Bild, Schulz dovrebbe essere incaricato degli Esteri All'Interno andrebbe, secondo Der Spiegle, il leader dei cristiano-sociali della Baviera Horst Seehofer e il Cdu controllerebbe Trasporti e Sviluppo.
Socialdemocratici al referendum - Ora i circa 450mila iscritti all'Spd dovranno accettare l'intesa e non è scontato visti i malumori interni. Il referendum per posta ai tesserati dovrebbe durare tre settimane e solo allora la Germania avrà davvero un nuovo governo. La direzione del partito ha programmato una serie di incontri con la base per spiegare l'accordo: dovrà convincere i Jusos, i "giovani" che sono particolarmente ostili a una nuova alleanza con Merkel.
Schulz: "Il contratto finalmente c'è" - "Stanchi ma felici. Il contratto c'è", hanno scritto su un gruppo Whatsapp del partito i vertici dell'Spd. "Adesso si lavora agli ultimi dettagli", aggiungono Martin Schulz e i compagni. "Nel contratto di coalizione si riconosce la mano dei socialdemocratici", ha aggiunto Schulz, lodando i risultati delle trattative.
Merkel: in programma finanze solide e investimenti - Angela Merkel ha sottolineato che nel programma della coalizione di governo si spinge su "solide finanze e investimenti nelle infrastrutture, nel campo sociale si vuole dare più sicurezza alle gente e così nella sicurezza interna". Nella politica dell'immigrazione, ha aggiunto, ci si è lasciati guidare "dall'esigenza di rispondere a ragioni umanitarie e di mantenere il controllo della situazione".