"Quentin Tarantino si è profondamente pentito e continua a pentirsi per questo evento sfortunato". Sembra potersi chiudere con queste parole, postate sui social di Uma Thurman e con un mea culpa ufficiale di Tarantino la questione legata all'incidente sul set del secondo capitolo di "Kill Bill" . Un'intervista rilasciata dal regista ha finalmente chiarito tutto.
La bomba l'aveva scagliata qualche giorno fa proprio Uma Thurman, in un'intervista al NYT raccontando la sua versione dei fatti circa il brutto incidente avvenuto sul set di "Kill Bill vol.2", nel quale andò a schiantarsi contro una palma per girare una scena in auto.
Adesso però proprio Tarantino ha voluto assumersi le responsabilità per quell'incidente, spiegando l'accaduto a Deadline.com, sito web attento nel raccontare tutto ciò che riguarda il mondo di Hollywood. Prima il mea culpa: "È uno dei più grandi rammarichi della mia vita, uno dei degli errori più orribili", ha ammesso.
Ma non tutto è andato come ha raccontato Uma. Tarantino ha raccontato che prima di girare quella scena guidò lui stesso la macchina, per testare lo stato della strada. Verificò quindi che era tutta dritta.
Inoltre ha spiegato che prima di far girare la scena incriminata alla Thurman cambiò il piano: lui aveva guidato l’auto in una direzione, ma per via di una luce migliore, scelse di farle guidare l’auto nella direzione opposta. In sostanza l’incidente si verificò perché, guidando in direzione opposta, la strada era meno dritta di come era sembrata a lui inizialmente.
La questione sembra dunque risolta. Uma ha postato sul suo profilo Instagram il video dell'incidente, chiarendo effettivamente chi ha voluto incolpare per i fatti. "Quentin Tarantino era profondamente dispiaciuto ed è ancora pieno di rimorsi per quanto successo. E mi ha dato il video, anni dopo, così che io potessi farlo uscire, pur sapendo che difficilmente giustizia sarà fatta. Tarantino lo ha fatto sapendo anche che il video avrebbe potuto portargli danni personali e sono orgogliosa di lui per il suo coraggio, per aver fatto la cosa giusta. L’insabbiamento dopo i fatti è però imperdonabile. Ritengo per questo unicamente responsabili Lawrence Bender, E. Bennett Walsh e il ben noto Harvey Weinstein. Hanno mentito, hanno distrutto prove e continuano a mentire sui danni che hanno fatto e poi deciso di nascondere."
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