Raid razzista a Macerata dove un 28enne, Luca Traini, simpatizzante di estrema destra ed ex candidato nelle liste della Lega Nord come consigliere comunale per le amministrative 2017 a Corridonia, ha estratto la sua pistola semiautomatica, detenuta legalmente, e ha sparato da un'auto contro sei persone di colore. La sua folle corsa è stata infine fermata dalle forze dell'ordine fino a piazza Vittoria, via di accesso al centro della città.
Il saluto fascista - Giunta in piazza della Vittoria la vettura è andata contromano verso il marciapiede del Monumento ai Caduti, un colonnato di mattoni e pietra bianca con un'edicola la centro, in stile littorio. Il 28enne è sceso dalla macchina e si è avviato verso i gradini del monumento, sfilandosi la felpa. Ha spiegato una grande bandiera tricolore con cui si è avvolto le spalle, poi a metà gradinata si è girato verso la piazza e ha fatto con grande enfasi il saluto fascista.
Luca Traini durante l'arresto: "Ho fatto quello che dovevo" - In pochi secondi è stato circondato dai carabinieri con i giubbotti antiproiettile e tutti gli altri dispositivi di protezione. Traini non ha opposto resistenza, si è consegnato ai militari ed è stato portato in caserma, ancora avvolto nella bandiera mentre ha affermato "l'Italia agli italiani" e "ho fatto quello che dovevo". Nell'auto abbandonata con lo sportello aperto gli investigatori hanno trovato la pistola, una tuta mimetica, delle piume bianche, bottiglie d'acqua e appunti scritti a penna. Forse lì si troverà qualche spiegazione di quella che sembra una vera e propria missione punitiva anti migranti, che per un puro caso non ha avuto conseguenze più drammatiche.
I feriti - Nella sparatoria sono rimasti feriti cinque uomini e una donna, tutti originari di Paesi dell'Africa subsahariana e di età compresa tra i 21 e i 33 anni. Quattro di loro, tra cui la donna, sono giò stati dimessi. Le altre due vittime sono in condizioni più gravi: uno si trova in ortopedia con una ferita a una gamba, il secondo ha una ferita da arma da fuoco a un braccio ed è stato trasferito all'ospedale di Ancona.
Le ipotesi di un attacco per vendicare Pamela - Dopo l'attacco era stato ipotizzato che il 28enne avesse potuto agire per vendicare la "fidanzata" Pamela Mastropietro. Le tappe della sparatoria infatti hanno riguardato tutte zone dello spaccio e secondo alcune indiscrezioni la tappa finale sarebbe stata Pollenza, proprio dove gli investigatori hanno ritrovato il cadavere della giovane. Colpita anche una sede del Pd.
La famiglia di Pamela: "Non si conoscevano" - Ipotesi che però è stata immediatamente smentita dalla famiglia della giovane uccisa e fatta e pezzi. A parlare è stato l'avvocato, nonché fratello della mamma della vittima. Marco Valerio Verni ha ribadito che i due non erano fidanzati, prima di fare un appello contro ogni tipo di violenza: l'unica via per avere giustizia sono le aule dei tribunali.