I muscoli hanno una "memoria" scritta nel Dna, che li aiuta a ricordare i periodi di crescita passata in modo da diventare sempre più grossi e sviluppati con allenamenti successivi. Per questo motivo è possibile che ricordino a lungo anche gli effetti del doping, rendendo di fatto inutili le squalifiche a breve termine inflitte agli atleti colpevoli. A ipotizzarlo è uno studio dell'Università di Keele pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Il report è stato realizzato dall'Università di Keele in collaborazione con quelle di Liverpool John Moores, Northumbria e Manchester Metropolitan. I ricercatori, usando le nuove tecniche di analisi del genoma focalizzandosi su 850mila siti del Dna umano, hanno scoperto che l'esercizio fisico lascia la sua "impronta" nei muscoli, disattivando gli interruttori molecolari che tengono spenti molti geni.
Una volta eliminati questi freni, i geni possono così essere accesi più facilmente da un nuovo allenamento, dando una maggiore crescita muscolare, anche se l'esercizio viene praticato dopo una lunga inattività.