Giovanni Caccamo: "Sono più forte e consapevole, canto l'amore che mi ha travolto"
Il cantante presenta a Tgcom24 il terzo album di inediti "Eterno" che esce il 9 febbraio
Il nuovo look, hipster, la dice lunga sul momento d'oro che sta vivendo Giovanni Caccamo. Il terzo album di inediti, quello dei bilanci, esce il 9 febbraio e riconsegna un cantautore più maturo, meno pessimista. Più forte e positivo. Perché "Eterno", che prende il titolo dal brano che porterà a Sanremo, è un disco orchestrale declinato sull'amore, che l'ha travolto e reso finalmente più consapevole di sé e della sua arte, come confessa a Tgcom24.
Giovanni, qual è il percorso che ti ha portato verso questo album di crescita personale e professionale?
Un anno e mezzo fa mi sono seduto e mi sono detto, 'bene siamo giunti al terzo album, tiriamo le fila e poniamo le basi per il futuro'... così ho cominciato a scrivere i brani e poi ho fatto una selezione. Ho cercato di raccontare ciò che sono, di tradurre la mia anima in otto tracce: la tematica principale è l'amore.
E' un album autobiografico, in cui ti metti a nudo, sei più sicuro, più forte?
Credo di sì. Sono sicuramente più consapevole. Quando vieni investito di positività e luce ne diventi portatore sano. Mi è servito molto anche studiare canto, ho una padronanza che mi consente di essere più sereno.
Anche la produzione è cambiata, ti sei affidato al giapponese Taketo Gohara...
Che ha prodotto Vinicio Capossela e Brunori Sas. Mi è piaciuto che già dall'embrione ha intuito che l'album andava rispettato e amplificato con una orchestra. Che era il mio obiettivo. L'ho sempre immaginato come un album orchestrale. E così è stato.
Punti molto sui testi e la melodia, vai controcorrente, non hai paura?
No. Perché credo che oggi più che mai vinca la verità. L'autenticità. Le grosse ondate di moda portano tanti rischi. Ghali come i The Giornalisti, che sono bravissimi, funzionano perché portano sul palco la loro verità in modo autentico. Poi ci sono una serie di progetti collaterali che emulano. Non avranno mai il loro successo, ogni artista è centrato se ha centrato la propria autenticità.
"La sua figura", la cover di Giuni Russo, te l'ha consigliata Battito?
Non è così. In questo pezzo secondo me c'è l'espressione massima del dialogo tra l'uomo e Dio. Mi andava di inserire in questo cofanetto d'amore anche questo concetto. Che Giuni ci ha regalato in modo sublime. Ho voluto onorare questa perla. Franco ne è stato super felice ma l'idea parte da un bisogno mio.
Sanremo quest'anno lo affronti in modo diverso?
Sì, c'è la stessa dose di emotività, prima però c'era ansia, paura. Adesso c'è entusiasmo. Ho voglia di salire sul palco e raccontare questa luce, questa verità. Questa luminosità. Ho l'immagine di un idrante pieno di vernice bianca luminosa che possa entrare dalla telecamere nelle case degli italiani e illuminare per 3 minuti e 20 secondi l'animo delle persone che mi ascolteranno. Mi piacerebbe colpire il cuore delle persone e donare ad ognuno una prospettiva e una speranza.
L'incontro con Arisa è solo una questione di casa discografica?
Ci consociamo da tempo, siamo molto amici, siamo follemente compatibili e follemente diversi. Artisticamente è una artista che mi ha sempre affascinato, catturato, rapito.
La sensazione è che tu sia innamorato, è così? Sei anche più bello...
Grazie. Vorrei è riconsegnare a tutti la certezza che l'amore esiste, può travolgerti in modo inaspettato. Dobbiamo solo essere predisposti a riceverlo. A me è successo. Quindi credeteci. Soprattutto nell'amore eterno. Io ci investo, la tendenza della nostra generazione è quella di vivere in modo fugace, invece bisogna affrontare le difficoltà, una piccola parte dell'io deve essere compromessa per dare uno spazio al noi.
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