il caso

Concorso per magistrati, una traccia è una sentenza del giudice destituito Bellomo

Il togato era stato sospeso dal Consiglio di Stato per i suoi discussi metodi applicati come direttore della scuola di aspiranti magistrati di Diritto e scienza

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Il nome dell'ex giudice Francesco Bellomo continua a suscitare polemiche. Dopo il caso delle presunte pressioni ad alcune allieve della Scuola di formazione per magistrati a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi a spillo e con trucco marcato, una sua sentenza sarebbe stata oggetto delle tracce proposte ai candidati nel corso dell'ultimo consorso per toghe, le cui prove scritte si sono svolte a Roma nei giorni 23, 24 e 26 gennaio. Come riferisce il "Corriere della sera", i partecipanti hanno commentato la discutibile e forse casuale scelta degli esaminatori online: "Oltre il danno la beffa".

Bellomo: "Mia decisione rivoluzionaria" - I partecipanti all'esame di stato non si sarebbero accorti immediatamente della paternità del dispositivo se non fosse stato lo stesso autore a rivendicarla, non senza orgoglio: "Le interdittive antimafia e la relativa tutela giurisdizionale sono oggetto della rivoluzionaria sentenza del Consiglio di Stato 6 luglio 2017 n. 3317 (presidnete Frattini, estensore Bellomo) pubblicata su questo sito, come esempio del metodo scientifico".

L'indignazione dei candidati - Sulla chat del partecipanti al concorso sono subito comparse le furiose reazioni: "Oltre il danno la beffa... ciliegina sulla torta una delle sentenze di interesse vede come estensore Bellomo". Oppure: "La traccia di amministrativo riprende una sentenza a firma di un magistrato destituito che sul sito del concorso annuncia era stata trattata. Alla faccia del prestigio e del decoro della magistratura". Dopo le denuncie delle allieve costrette a indossare abiti succinti in cambio di un "aiutino" al concorso, Bellomo è stato destituito dal Consiglio di Stato, ma continua il suo incarico come docente e direttore della scuola Diritto e scienza per aspiranti magistrati.

Concorso controverso - L'infelice citazione del dispositivo di Bellomo non è stato l'unico episodio a tenere banco. La sessione del concorso per magistrati ha ricevuto lamentele anche per i controlli al limite della violenza. Questa la denuncia fatta via Facebook da Eleonora Voltolina, direttrice de "La Repubblica degli stagisti", che riporta il racconto di due candidate: "Una perquisizione nel bagno dell’edificio dove era in corso l’esame scritto del concorso in magistratura. Ieri. A giovani laureate in legge in fila per fare pipì. Chiedendo di spogliarsi. Chiedendo di togliersi le mutande. Chiedendo di esporsi. Deridendo quelle che esitavano. Umiliandole e facendole piangere. Tutto questo, emerge dal racconto, come ritorsione da parte delle agenti di polizia penitenziaria,Una perquisizione nel bagno dell’edificio dove era in corso l’esame scritto del concorso in magistratura. Ieri. A giovani laureate in legge in fila per fare pipì. Chiedendo di spogliarsi. Chiedendo di togliersi le mutande. Chiedendo di esporsi. Deridendo quelle che esitavano. Umiliandole e facendole piangere. Tutto questo, emerge dal racconto, come ritorsione da parte delle agenti di polizia penitenziaria".