Il premier israeliano Benyamin Netanyahu condanna la legge in discussione in Polonia sui campi di concentramento nazisti in territorio polacco e sulla restituzione dei beni confiscati agli ebrei e dice: "La legge non ha senso. Mi oppongo fermamente: la storia non può essere cambiata ed è proibito negare la Shoah. Il governo polacco la corregga prima che si vada avanti".
La legge è stata già approvata dalla Camera bassa polacca: perché entri in vigore serve ancora l'approvazione del Senato e del presidente della Repubblica.
Secondo i sostenitori, "associare Auschwitz alla Polonia potrebbe indurre alcuni, specialmente le giovani generazioni, a concludere che i polacchi abbiano avuto un ruolo nella gestione dei lager. I critici sostengono invece che far rispettare una tale legge sarebbe impossibile al di fuori della Polonia mentre all'interno del Paese avrebbe l'effetto di congelare di dibattito storico e limitare la libertà di espressione.
Durante la Shoah, nei lager nazisti del territorio occupato, fu ucciso, secondo i dati, circa il 90% di 3 milioni di ebrei polacchi dell'epoca. Anche il ministero degli esteri a Gerusalemme ha preso posizione: Israele - ha detto il portavoce del dicastero, Emmanuel Nahshon - si "oppone alla legge" e chiede che il governo polacco "la corregga". "Nessuna legge - ha aggiunto - può cambiare la verità storica e non c'è spazio per istruire le famiglie dei sopravvissuti all'Olocausto che ogni giorno vivono la memoria dei loro cari periti in quell'inferno".