Adele De Vincenzi, 16 anni, era morta a luglio per strada a Genova, stroncata da una dose letale di ecstasy. Adesso il pubblico ministero chiede per Gabriele Rigotti, 19 anni, amico della ragazzina, una condanna a otto anni e otto mesi per spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Il gup ha rinviato la decisione all'udienza del 5 febbraio, quando con ogni probabilità verrà letta la sentenza con rito abbreviato.
Imputato anche il fidanzato della vittima - L'altro imputato è Sergio Bernardin, 21 anni, fidanzato di Adele, che ha scelto di farsi processare con rito ordinario: il suo processo è iniziato a metà gennaio e sono previste udienze per tutto febbraio. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Mobile, la sera in cui morì Adele i due avevano consumato Mdma a casa di Rigotti con la ragazza e un'altra minorenne: la droga era stata acquistata da un pusher di 17 anni a Busalla.
Nessuno chiamò il 118 - Adele si sentì male dopo alcune ore in centro a Genova. I due maggiorenni furono arrestati anche perché fornirono versioni contrastanti sulla modalità di acquisto della sostanza stupefacente e per l'atteggiamento tenuto nei momenti successivi al malore della ragazza quando, per evitare conseguenze, non chiamarono il 118: quella notte Adele si accasciò a terra fra l'indifferenza dei passanti e lo stato di confusione degli amici. Fu un netturbino ecuadoriano di 38 anni a lanciare l'allarme al 118. Quando i medici giunsero sul posto Adele era in coma e poco dopo morì al pronto soccorso dell'ospedale Galliera.