Era lo scorso 2 ottobre, quando Stephen Paddock dal 32esimo piano di un hotel di Las Vegas scaricava migliaia di proiettili sulla folla che assisteva ad un concerto folk e si uccideva prima dell'arrivo della polizia. Il bilancio di quella notte parlava di 59 persone morte e circa 500 ferite. Gli investigatori ritroveranno almeno 42 armi da fuoco, tra pistole e fucili, tra la camera d'albergo e l'abitazione dell'assassino. Venerdì il dipartimento di polizia di Las Vegas ha rilasciato gli scatti di quella notte della stanza di Paddock.
Le ipotesi sul movente - La strage più sanguinosa della storia americana non ha ancora un movente chiaro. Tante le ipotesi sul gesto di questo 64enne molto benestante, che vanno dalla pazzia all'odio contro i casinò. L'Isis ha rivendicato con un comunicato sul web la strage, ma fonti ufficiali hanno fin da subito escluso una connessione con le organizzazioni terroristiche internazionali.
L'incredulità del fratello - Non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e "non c'era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere. Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati". Queste le parole di Eric Paddock, fratello dell'autore della strage di Las Vegas, quando fu intervistato dai giornalisti che gli chiedevano più informazioni su Stephen.
Le parole del presidente - "Cari americani, oggi è un giorno di shock e dolore per il nostro Paese - aveva detto il presidente americano Donald Trump all'indomani della strage - Un atto di pura malvagità". Trump ha poi elogiato il lavoro della polizia e lanciato un appello per "l'unità e la pace nel Paese".