L'Embraco, azienda del gruppo Whirlpool, ha confermato di volere azzerare la produzione in Italia nel 2018 con la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri (Torino), aggiungendo che ci saranno 497 licenziamenti. Lo rendono noto Fiom e Uilm di Torino che hanno incontrato l'azienda all'Unione Industriale.
Uilm: "Grave l'intransigenza dell'azienda" - "I vertici di Embraco continuano nella loro posizione intransigente e confermano la loro indisponibilità a salvare anche parte della produzione", commentano Fiom e Uilm. "Nonostante la nostra disponibilità a percorrere tutte le strade per salvaguardare l'occupazione, Embraco scarta a priori la possibilità di mantenere anche una parte della produzione nel sito di Riva di Chieri - dicono Dario Basso della Uilm Torino e Vito Benevento, responsabile Ebraco per la stessa sigla -. L'azienda aveva sicuramente un piano prestabilito di dismissione della produzione. Utilizzeremo tutti i 75 giorni a nostra disposizione per far recedere l'azienda da questa decisione".
Fiom: "Embraco è in debito con il nostro Paese" - "Ribadiamo la nostra disponibilità a discutere di tutti gli strumenti utili alla rioccupazione dei lavoratori - aggiungono Lino La Mendola della segreteria Fiom e Ugo Bolognesi, responsabile dell'azienda per la Fiom - ma riteniamo prioritario l'impegno di Whirpool Embraco a continuare a produrre nel sito di Chieri. Embraco produce 40 milioni di compressori nel mondo, farne anche solo meno del 5% in Italia, dopo aver preso tutto il know how e i brevetti che hanno fatto diventare Embraco quello che è oggi, è un debito che Embraco deve onorare verso la comunità di questo Paese. Crediamo che il governo debba svolgere un ruolo ancora più incisivo rispetto a quello avuto finora. Non possiamo permettere a una multinazionale come la Whirpool di abbandonare un territorio in questa maniera".