I soldi sequestrati a Umberto Bossi dal tribunale di Genova vanno restituiti, tranne per un quinto della pensione da europarlamentare. E' quanto hanno disposto i giudici, accogliendo la richiesta del legale del fondatore della Lega. I magistrati avevano congelato i conti di Bossi, dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito e dei tre ex revisori contabili dopo la sentenza di condanna per truffa ai danni dello Stato per i rimborsi elettorali.
Bossi, tramite il suo legale, avevasostenuto che le cifre, che la guardia di finanza gli habloccato, derivano dal vitalizio parlamentare che per legge nonpuò essere pignorato o sequestrato. Il tribunale ha accolto larichiesta sostenendo però che si possa sequestrare il quintodella pensione da parlamentare europeo. I giudici hanno inoltredisposto che i sequestri del quinto della pensione daeuroparlamentare potranno anche continuare in futuro. Su questopunto il legale ha impugnato e si aspetta la fissazionedell'appello davanti al Riesame.
Nelle scorse settimane i pm genovesi avevano iniziato isequestri dei depositi bancari trovando poco più di due milionidi euro sui conti dei condannati. Era stato lo stesso tribunaledel Riesame a indicare ai magistrati di prelevare le somme allepersone fisiche, dopo lo stop dei sequestri sui conti delCarroccio.
Tutto era nato dopo la sentenza dello scorso luglio che haportato alle condanne di Bossi a due anni e due mesi e dell'extesoriere Belsito a quattro anni e dieci mesi, oltre a quelleper altri cinque imputati, per la maxi truffa allo Stato suirimborsi elettorali. Il tribunale aveva anche stabilito laconfisca di quasi 49 milioni di euro dai conti della Lega, soldidi cui il partito avrebbe usufruito appunto grazie alla truffain danno a Camera e Senato.
La procura aveva trovato quasi duemilioni di euro su vari conti del Carroccio e aveva chiesto piùvolte di poter sequestrare anche le somme che in futurosarebbero entrate. I giudici avevano negato tale possibilità.Adesso pende un ricorso in Cassazione sulla vicenda. Nelfrattempo, il Riesame con provvedimento aveva consentito allaprocura di intaccare il patrimonio di Bossi e Belsito.