Il prossimo 24 maggio Dark Souls Remastered arriverà su PC, PS4, Xbox One e Switch. Si tratta della riedizione, con grafica aggiornata, di Dark Souls, gioco uscito originariamente nel 2011 per PS3 e Xbox 360 (e poi pubblicato anche su PC). Vediamo insieme cosa offrirà in più, rispetto all’edizione originale, questa rimasterizzazione, e cerchiamo di capire anche perché il titolo prodotto da Bandai Namco e sviluppato da From Software ha segnato un momento molto importante nella storia dei videogiochi.
Cominciamo proprio dall’importanza di Dark Souls. Per capirla meglio, torniamo indietro al 2009, anno di pubblicazione di Demon’s Souls, particolarissimo gioco di ruolo e d’azione realizzato da From Software in collaborazione con Sony Japan Studio, in esclusiva per PlayStation 3. Il lancio di Demon’s Souls, peraltro molto tormentato, spezzettato nel tempo e gestito da diversi distributori (viene pubblicato prima in Giappone ad opera di Sony, poi mesi dopo portato in America da Altus e ulteriori mesi dopo in Europa a cura di Bandai Namco) non è di quelli memorabili.
Il gioco arriva infatti sul mercato un po’ in sordina, parzialmente snobbato dalla stampa specializzata e dalla maggioranza dei videogiocatori. Pian piano, però, una schiera di appassionati comincia a parlarne in modo sempre più entusiasta. A emergere, di Demon’s Souls, è soprattutto una caratteristica: una difficoltà d’altri tempi. In un’epoca in cui i videogiochi sembravano offrire un approccio quanto mai morbido e guidato, Demon’s Souls lasciava il giocatore in balia di pericolosi nemici senza dargli alcun aiuto, alcun suggerimento.
A questo smarrimento e alla notevole difficoltà iniziale, però, il gioco curato dal director Hidetaka Miyazaki faceva ben presto corrispondere un grado di soddisfazione ormai sempre più raro nel mondo dei videogiochi. Demon’s Souls, in pratica, a quei pochi giocatori che avevano avuto la fortuna di notarlo e innamorarsene, aveva offerto un meraviglioso viaggio nel tempo, con biglietto di sola andata verso un’epoca in cui i giochi erano difficili, ma in grado di elargire soddisfazioni incredibili.
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Nel 2011, Dark Souls riprende la filosofia di base del suo predecessore spirituale e la impianta in un autentico capolavoro di world design, rivelandosi uno dei giochi più belli, emozionanti e significativi della storia. La sua pubblicazione contemporanea su PS3 e Xbox 360 (e più avanti anche per PC) fa in modo che, rispetto all’uscita di Demon’s Souls, un numero sensibilmente maggiore di videogiocatori possa avvicinarsi a un genere che poi impareremo a definire “soulslike” (che significa, appunto, “simile ai giochi della serie Souls”). Dark Souls è quindi fondamentale perché, riprendendo e amplificando le idee lanciate dal capostipite Demon’s Souls, fa sì che queste non rimangano relegate a un episodio sporadico, ma diventino a tutti gli effetti la base di un nuovo genere di videogiochi. Un po’ come era successo con Wolfenstein 3D e Doom per la nascita degli sparatutto in soggettiva.
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Per rendere effettiva la nascita di un genere, però, Dark Souls non si limita a rivestire il ruolo di “secondo gioco a proporre determinate idee”. Come già detto, i concetti presentati con Demon’s Souls vengono amplificati in Dark Souls. Il mondo di gioco, che nel primo titolo era spezzettato in diversi sottomondi tutti separati tra loro, diventa in Dark Souls un’ambientazione unica, caratterizzata da una coerenza incredibile, che non ha eguali nella storia dei videogiochi. Il level design già spettacolare di Demon’s Souls diventa la base per l’irripetibile (e in effetti a oggi ancora ineguagliato) world design di Dark Souls. Tutto ciò, con la stessa meccanica della morte già vista nel suo predecessore spirituale, ovvero quella per la quale i punti esperienza accumulati giocando non sono mai al sicuro finché non li si spende per comprare oggetti o salire di livello.
Un’autentica rivoluzione nel mondo dei giochi di ruolo, che insieme alla già citata difficoltà del gioco rende l’esperienza particolarmente elettrizzante. Il rischio della frustrazione sembrerebbe dietro l’angolo, ma una volta entrati nelle meccaniche di gioco, una volta sposata la filosofia di Dark Souls, si capisce che rischio e sacrificio sono solo strumenti per gratificazioni di altissimo livello. E una volta capito questo, è difficile tornare indietro. Dark Souls e i soulslike di qualità sono infatti giochi capaci di farti guardare altri titoli con sufficienza. Dark Souls in particolare, poi, ha dalla sua anche una direzione artistica eccezionale, un fascino incredibile, un’atmosfera unica e pesante, oltre a una serie di boss concepiti in modo fantastico. E una splendida colonna sonora.
Se non avete mai provato il genere, o se l’avete fatto con le uscite più recenti (Bloodborne, Dark Souls 3), ma non avete mai messo le mani sul primo Dark Souls, l’edizione in arrivo a maggio per PC, PS4, Xbox One e Switch può essere una meravigliosa occasione per scoprire questo capolavoro. Dark Souls Remastered includerà anche l’ottimo DLC Artorias of the Abyss, che aggiunge al gioco base nuove ambientazioni, nuovi nemici e nuovi affascinanti boss, oltre a una serie di miglioramenti tecnici derivati dallo sfruttamento delle piattaforme più recenti.
La versione Switch, che tecnicamente sarà la più povera, avrà comunque il vantaggio di migliorare sensibilmente l’originale per PS3 e Xbox 360, grazie a una risoluzione di 1080p in modalità TV e a un aggiornamento su schermo che dovrebbe essere finalmente fisso sui 30 fotogrammi al secondo (obiettivo che il gioco faticava a raggiungere sulle console della scorsa generazione). Su PS4 e Xbox One, alla risoluzione di 1080p si aggiunge anche un aggiornamento a 60fps, che renderà l’esperienza di gioco più fluida.
Il top su console lo si raggiunge ovviamente su PS4 Pro e Xbox One X dove, oltre ai 60 fotogrammi al secondo, la risoluzione tenderà ad avvicinarsi ai 4K, con tecniche di upscaling (le operazioni che provvedono a spalmare un'immagine a risoluzione più bassa su un TV a risoluzione più alta) al momento non ancora dettagliate. Su PC, ovviamente, a patto di possedere una configurazione adeguata, si potrà giocare a 4K nativi e 60fps. Bandai Namco ha inoltre precisato che il miglioramento grafico, rispetto all’originale, non si limiterà al solo incremento della risoluzione, ma si avvarrà anche dell’aggiunta di effetti grafici usati per il più recente Dark Souls 3 e di texture di qualità superiore.
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A questi dati tecnici aggiungiamo che sarà molto interessante valutare il tipo di esperienza dato dal giocare Dark Souls su una console ibrida come Nintendo Switch. L’idea di portarsi in giro un gioco così immersivo, coinvolgente e difficile è al contempo affascinante e misteriosa e non vediamo l’ora di scoprire se e come potrà funzionare. Anche sulle piattaforme da salotto, comunque, rigiocare Dark Souls, con grafica e prestazioni migliorate (e una nuova lista di Trofei e Obiettivi da sbloccare) è decisamente una prospettiva in grado di ingolosire anche chi ha già amato il gioco originale.
L’appuntamento, quindi, è per il 24 maggio di quest’anno. Da qui ad allora, continuate a seguirci perché siamo sicuri che in questi mesi avremo nuovi dettagli da riportarvi su quest’affascinante e importante “operazione di restauro”.