Atac, il Campidoglio avverte: "Servizio a rischio" e poi corregge il tiro
L'assessore ai Trasporti: "Serve una proroga del contratto per i mezzi pubblici o ci sarà il blocco" ma poi precisa: "Mi hanno equivocato"
Trasporti pubblici a Roma ancora nella bufera. I tempi stringono per la scadenza del 26 gennaio, quando la municipalizzata dovrà presentare il piano di rientro dai debiti. L'assessore ai Trasporti Linda Meleo, scrive il Messaggero, avverte: serve una proroga del contratto Atac-Roma Capitale fino al 2021 o sarà blocco. Le opposizioni insorgono parlando di "pressioni" e la Meleo poi rettifica: "Sono stata fraintesa".
Piano di rientro, scadenza il 26 gennaio - La prossima scadenza importante per la partecipata è dunque il 26 gennaio, quando l'azienda dovrà presentare ai giudici fallimentari il piano di rientro e la strategia per pagare i creditori. E' a questo proposito che la Meleo prima avverte: "Se il concordato di Atac non andasse a buon fine, dal 27 gennaio si rischia il blocco", per poi correggere: "Sono stata fraintesa".
L'attacco delle opposizioni - Un aggiustamento di rotta che arriva dopo gli immediati attacchi delle opposizioni proprio sulle parole dell'assessore, che alle loro orecchie suonano come un intervento per fare pressione sui giudici fallimentari.
Piano industriale e contratto Atac-Roma Capitale - La cosa certa è che i tempi stringono, perché prima di quel 26 gennaio ci sono parecchi nodi da sciogliere. Innanzitutto il nuovo piano industriale, per cui si profila la proroga del contratto di servizio tra Atac e Roma Capitale al 2021 dal dicembre 2019, quando si prevedeva una gara per i trasporti romani, come previsto dalla legge nazionale e dalle normative europee. Gara annullata invece, o forse no: perché la delibera non è ancora stata votata, proprio dopo le proteste delle opposizioni.
La retromarcia - Pare infatti che ci siano dubbi anche tra i pentastellati sulla decisione di rinunciare alla gara. L'assessore Meleo ha detto che senza proroga il servizio è a rischio e la proroga serve, secondo lei, per il rilancio aziendale: due anni non bastano per il risanamento. Una forzatura che ha scatenato le opposizioni, con il Pd che dice di volerci pensare bene e Forza Italia che parla di rischio fallimento. Poi, la correzione della Meleo: "Il servizio sarà garantito. La proroga è una condizione imprescindibile al piano di concordato. Senza questo orizzonte temporale sarebbe venuta meno l'ipotesi di ripristino degli equilibri finanziari".
La rinuncia alla gara, d'altra parte, sarebbe una strada che, se percorsa, dovrebbe essere adeguatamente motivata: potrebbe passare solo se fosse la mossa più conveniente a livello economico e di qualità di servizi. Mentre la Ragioneria generale del Campidoglio e l'Avvocatura di Stato hanno parecchi dubbi in proposito. L'Antitrust ha già dichiarato che questa strada sarebbe illegittima e non può essere giustificata solo dall'esistenza del concordato. E ancora, che non deve provocare aggravi economici per le già provate casse del Comune di Roma.
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