Si intitola "2640", l'altezza dell'altopiano di Bogotà, il nuovo album di Francesca Michielin che esce il 12 gennaio. Un viaggio "per imparare ad incontrarsi e a riuscire a comunicare ciò che si vuole dire senza bisogno di parole". Il disco contiene 13 brani, una sorta di racconto in musica della crescita della cantante, delle sue esperienze e della sua visione del mondo. E si avvale della collaborazione, tra gli altri, di Calcutta e Tommaso Paradiso.
Francesca spiega che dentro l'album albergano tre anime, come i tre triangoli del logo: "Quello rosso rappresenta il vulcano, l'esplosione e l'importanza di comunicare. Quello azzurro è il mare, la necessità di imparare ad ascoltare. E poi c'è quello verde, la montagna dalla quale provengo: è il legame con le mie origini, ma è anche l'immaginazione. Sono tre anime incastrate fra loro, mi rappresentano".
Con tre parole chiave: comunicare, imparare e ascoltare. "Non so cosa voglio, ma so cosa voglio dire e l'ho fatto in questo disco", spiega. La Michielin spazia in sonorità e testi che parlano di Bolivia e di Ghana, con ben undici brani scritti dalla cantante 22enne. Calcutta, dopo aver firmato con lei il secondo singolo "Io non abito al mare", la accompagna anche in "La serie B".
E, sempre con Calcutta, ma con dei campionamenti di Cosmo, c'è "Tapioca" dove spuntano ritmi afro alla Jovanotti (proprio lui a Francesca ha scritto una mail dicendole di divertirsi, perché "sarà un bel viaggio"). E arriva pure un testo di Tommaso Paradiso: "E se c'era...". Una canzone di incoraggiamento a guardare avanti lasciandosi alle spalle tutto ciò che ci impedisce di farlo. Francesca lo ha già dimostrato con questo album.