Per alcuni un eroe, per altri un guerrigliero spietato; Ernesto Guevara è stato uno dei simboli del Novecento, tanto da diventare anche uno dei più grandi fenomeni di costume. A poco più di cinquant'anni dalla morte, una mostra e un ciclo di incontri ne vogliono raccontare anche il lato umano, calando le sue battaglie nei problemi di oggi.
L'evento - La mostra, che sarà aperta fino all'1 aprile 2018 alla Fabbrica del vapore di Milano, è strutturata in tre livelli: la narrazione giornalistica precede la ricostruzione biografica, che sfocia negli aspetti più personali della vita del "Che". Il fulcro dell'esposizione, infatti, sono i diari, le lettere e le registrazioni dove emergono dubbi, contraddizioni e riflessioni. Il tutto è ricostruito attraverso foto, video e proiezioni. Insieme a questa installazione, anche una serie di incontri, il primo dei quali si terrà mercoledì 10 Gennaio alle ore 18:30. Interverrà Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), insieme alla sua squadra di video reporter composta da Marcello Pastonesi, Barbara Molinario e Francesca D'Aloja. Il tema trattato è quello del viaggio inteso come fuga, esperienza di chi è obbligato a lasciare il proprio Paese d'origine. Maggiori informazioni sul sito mostracheguevara.it.
Cenni biografici - Ernesto Guevara nasce da un'agiata famiglia argentina nel 1928 e al termine degli studi si laurea in medicina. Dopo aver viaggiato per l'America Latina, conobbe Fidel Castro e i due formarono un piccolo gruppo per portare la rivoluzione socialista a Cuba, allora sotto il dittatore Batista. Una volta sull'isola, molti locali si unirono ai rivoluzionari che, dopo numerosi combattimenti, riuscirono ad entrare a L'Avana e a prendere il potere. Dopo pochi anni come ministro, Guevara ripartì per portare la rivoluzione in Congo ma senza successo. Così il "Che" tentò fare lo stesso in Sud America, iniziando dalla Bolivia. Lì fu tradito e ucciso.
La fama - Già in vita era uno degli uomini più conosciuti del suo tempo, ma da morto divenne un simbolo. Il suo viso è mostrato su magliette e bandiere in tutto il mondo, immagine stessa della rivoluzione contro ogni potere reazionario. Su di lui sono stati girati quasi una quindicina di film, più di trenta film e settanta canzoni. Il suo motto "Hasta la victoria siempre" è una frase ormai storica.