Life is Strange: Before the Storm - La recensione
Un viaggio stupendo nella giovinezza di Chloe Price, prima che Max tornasse a far parte della sua vita
Life is Strange: Before the Storm è il prequel dell’acclamato Life is Strange pubblicato nel 2015 da Dontnod Entertainment. Attualmente al lavoro su un secondo capitolo della serie, il cui contesto sarà slegato dal precedente e perciò del tutto nuovo, lo studio di sviluppo ha lasciato la realizzazione del gioco nelle mani di Deck Nine Games, precedentemente conosciuta con il nome di Idol Minds e salita alla ribalta nel 2007 con il videogioco d’azione Pain. Suddiviso in tre episodi, “Svegliati”, “Un mondo nuovo” e “L’inferno è vuoto”, Life is Strange: Before the Storm è ambientato due anni prima rispetto al gioco principale e mette in scena una giovane Chloe Price alle prese con una fase di ribellione adolescenziale ma soprattuto con il personaggio attorno al quale sono sempre ruotate tutte le vicende: Rachel Amber.
Con l’ultimo episodio pubblicato il 19 dicembre,
Deck Nine si è confermata in grado di raccogliere l’eredità lasciata da Dontnod e fare di Life is Strange: Before the Storm un gioco in grado di camminare a testa alta a fianco dell’originale, senza nulla da invidiargli che non sia, al massimo, un maggior numero di episodi.
Questo prequel abbandona i canoni fantascientifici sui quali si reggeva Life is Strange (clicca qui per scoprire tutto su Life is Strange), perché l’assenza di Max comporta a sua volta la mancanza di poteri sovrannaturali, per metterci invece di fronte a una situazione completamente umana: il percorso di crescita di Chloe dopo la morte del padre William, la difficile convivenza con la madre e un patrigno che non riesce in nessun modo ad accettare, una fase di rifiuto e ribellione che la caratterizzerà profondamente.
Nel mezzo Rachel Amber, la ragazza misteriosa e ambigua amata da tutti alla Blackwell Academy: eccellente negli studi, ottima attrice e figlia del procuratore distrettuale di Arcadia Bay, Rachel sembra la ragazza perfetta, quella che tutti vorrebbero essere, ma come scopriremo recitando sul palcoscenico che Deck Nine ha preparato apposta per noi, c’è ben altro dietro le apparenze.
Perché è su questo che si basa interamente Life is Strange: Before the Storm: recitare. Non sono un caso i numerosi riferimenti a Shakespeare, al quale lo studio si è profondamente ispirato fino a renderlo una parte fondamentale dell’intera narrazione - nonché, in un caso particolare, dello stesso gameplay. Ciascuno ha la propria parte in un copione dove pochi sono chi dicono di essere e la verità, quella pura e semplice, è sacrificata a una più facile menzogna.
A proposito di gameplay, abbiamo detto che la meccanica del riavvolgere il tempo viene a mancare nel prequel ma questo non significa che Deck Nine abbia dimenticato di inserire un elemento fortemente caratterizzante.
Adattandosi alla caratterizzazione ribelle di Chloe, gli sviluppatori hanno introdotto il “Backtalk”: in determinati momenti del gioco, a volte programmati e altri sbloccabili solo dopo aver raccolto determinate informazioni, Chloe potrà dare il via a una sfida verbale fatta principalmente di parole grosse, sbruffonaggine e colpi bassi per riuscire a prevalere sul suo interlocutore. A seconda del personaggio che ci troveremo di fronte, le possibilità di successo si ridurranno drasticamente fino a non lasciarci nessun margine di errore e questo, in genere, dipende dal tipo di rapporto che intercorre fra Chloe e la persona in questione. Per fare un esempio concreto, il buttafuori di un concerto illegale si dimostra più permissivo verso i nostri sbagli rispetto al Preside Wells, con il quale anche un solo errore significa gettare al vento la nostra occasione.
Quella del “Backtalk” è stata una scelta azzeccata per rappresentare un approccio alla storia molto più aggressivo rispetto alla lentezza e metodicità che, soprattutto per via del carattere introverso, rappresentavano Max in Life is Strange.
Chloe è una ragazza che morde la vita, una che non le manda a dire, che grida per essere ascoltata perché dietro la maschera della ribelle si nasconde una ragazza sola e insicura, convinta che il mondo intero ce l’abbia con lei e per questo motivo in una continua lotta che servirà solo a ferirla e assieme a lei le persone che ama.
Crescere però significa anche questo: guardare a se stessi, ai propri sbagli e da questi sapersi rialzare avendo imparato qualcosa.
Nel complesso, Life is Strange: Before the Storm si discosta e al tempo stesso si fonde alla perfezione con il titolo originale, riuscendo a raccontare un passato perfettamente in linea con il presente già vissuto, soprattutto dal punto di vista dei personaggi già noti. Deck Nine non solo è riuscita a mantenerne la caratterizzazione ma l’ha persino approfondita, fornendoci degli aspetti di cui non eravamo a conoscenza e che contribuiscono a rafforzare l’opinione che avevamo maturato in Life is Strange - fosse essa positiva o negativa.
È un gioco che sa il fatto suo, tutto incentrato sulla conoscenza del mondo nel quale si muovono i personaggi attraverso Chloe Price e la sua sfacciataggine nell’affrontare ogni situazione.
Alcuni scenari puramente investigativi sembrano adattarsi meglio al titolo originale che non a questa nuova serie, ma hanno comunque senso all'interno del contesto narrativo, senza contare che ci offrono un minimo di varietà all'interno di un episodio (l'ultimo) orientato molto più sulla figura dello spettatore che del giocatore.
Si potrebbe lamentare una certa fretta nel risolvere alcune situazioni, oppure nell’averle solamente accennate senza poi toccarle più, ma considerate sia il numero minore di episodi sia la tensione sempre crescente, ha avuto senso non spezzare troppo inserendo situazioni che fungessero da riempitivo.
Graficamente parlando lo stile rimane piuttosto semplice, in linea con i canoni della serie, ma in generale sembra essere andato incontro a una sensibile miglioria,
mostrandosi più vibrante e ricco di dettagli capaci di rendere ancora più impressionanti i momenti che di per sé già lo sono. Doppiaggio e motion capture rimangono su standard elevati e l'assenza di Ashley Burch nel ruolo di Chloe si sente appena per merito dell'ottimo lavoro svolto dalla nuova attrice, Rhianna DeVries. Ancora una volta, infine, l
a colonna sonora rappresenta un elemento importantissimo del gioco grazie a brani che si adattano di volta in volta al contesto.
Life is Strange: Before the Storm è un viaggio stupendo nella giovinezza di Chloe Price, una brillante esplorazione di quel che succede quando un adolescente senza controllo incontra quella persona speciale capace di cambiare la sua vita per sempre. È un viaggio che indaga, a volte con tatto e altre con brutale realismo, i temi della perdita, dell'amore, della sessualità, dell'amicizia, della ricerca di se stessi e della consapevolezza che la strada della felicità alla fine dipende solamente da noi, da cosa decidiamo di fare di quella verità che stringiamo fra le dita. Non è azzardato dire che siamo di fronte a un romanzo di formazione fatto a videogioco.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a Life is Strange: Before the Storm su una PlayStation 4 Pro collegata a un televisore Samsung UE46B7000WP, scaricandolo dal PS Store grazie a un codice download fornito da Koch Media. L'avventura nel suo complesso ricopre circa dieci ore, con la possibilità come nell'originale di rigiocare i capitoli in modalità collezionista per trovare i graffiti mancanti.
Può piacere a chi…
… ama le avventure grafiche
… sa apprezzare le storie scritte bene
Potrebbe deludere chi…
… preferisce giochi più lunghi e coinvolgenti nel gameplay
… non ama il teen drama
Life is Strange: Before the Storm è un gioco consigliato ai maggiori di 16 anni.
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