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“Time's up”, da Natalie Portman a Cate Blanchett, la carica delle 300 contro le aggressioni sessuali

Oltre 300 potenti donne di Hollywood riunite: raccolto un fondo di 13 milioni di dollari

Da Reese Witherspoon ad America Ferrera e poi Ashley Judd, Natalie Portman e molte altre. Attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement, oltre 300 potenti donne di Hollywood, si sono riunite per "Time's Up", il tempo è scaduto, un'iniziativa per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione con un fondo da oltre 13 milioni per aiutare donne meno privilegiate a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.

A firmare il manifesto della fondazione anche la produttrice S honda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation) e poi Kate Blanchett, Meryl Streep, la presidente di Universal Pictures Donna Langley, la scrittrice femminista Gloria Steinem.

Gli organizzatori hanno già raccolto 13-15 milioni di dollari. Il fondo servirà principalmente ad aiutare quei lavoratori meno pagati, come quelli domestici e agricoli, che non hanno i mezzi per assicurarsi una difesa. Il progetto è stato lanciato con una lettera a tutta pagina sul New York Times e sul quotidiano di lingua spagnola La Opinion. Il testo comincia con "Dear Sisters" ("Care sorelle") e parte dalla solidarietà che le attrici di Hollywood hanno ricevuto dalla sezione femminile dell'Alleanza dei Lavoratori dell'agricoltura. Con questa iniziativa, il mondo di Hollywood intende collegare le vicende della attrici molestate da uomini potenti e costrette a tacere per non essere rovinate, alla sofferenza di tante donne quotidianamente molestate nei campi e in altri settori lavoratori dove il rapporto di potere è, se possibile, ancora più sproporzionato. L'idea delle trecento di Hollywood è dunque quella di mettere a disposizione di altri mondi e di altre persone meno fortunate la grande capacità di far sentire la loro voce che deriva dall'avere accesso alle maggiori "piattaforme" di comunicazione attraverso la fama e la celebrità.

In sostanza, Meryl Streep, Nathale Portman e le altre celebri donne di Hollywood s'impegnano a dare la loro voce (e a raccogliere fondi) alle meno fortunate di loro, che in tutte le parti degli Stati Uniti sono oggetto di molestie e vessazioni in ambienti professionali, anche quelli che sono meno 'glamour' del mondo del cinema e dello spettacolo e dove ci sono meno strumenti a disposizione per denunciare e difendersi dalle forme di sopraffazione.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. "Time's Up" non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro. Uno di questi è guidato dalla professoressa di diritto del lavoro Anita Hill. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo del sexual harassment quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema.

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