A 10 anni Edoardo Di Carlo ha perso entrambi i genitori, morti sotto le macerie dell'hotel Rigopiano a Farindola, in Abruzzo. Anche lui era lì, quando il 18 gennaio 2017 una slavina ha travolto la struttura provocando 29 morti. Edoardo, fortunatamente, è stato tratto in salvo dai soccorritori ma ora la zia, che si occupa di lui e dei suoi due fratelli, denuncia: "Lo Stato ci ha abbandonato. Ci aspettavamo un aiuto, ma per lui solo donazioni da privati".
Con Edoardo sotto le macerie c'erano altri tre bimbi: Ludovica e Gianfilippo Parete, che hanno potuto riabbracciare i loro genitori, e Samuel Di Michelangelo, rimasto orfano proprio come Edoardo. Come riporta La Repubblica, per Samuel, che vive a Chieti con i nonni, si è potuto fare qualcosa. Il padre, infatti, era un poliziotto e quindi la pensione e gli emolumenti che gli spettavano sono stati versati dal ministero su un conto corrente aperto a nome di Samuel, che è stato inserito nel programma di sostegno ai figli di agenti morti per servizio.
Il papà di Edoardo, invece, era un pizzaiolo. La legge non prevede fondi per i parenti delle vittime di una catastrofe come quella di Rigopiano, neppure per chi è allo stesso tempo superstite e orfano. "Stiamo provvedendo a Edoardo e ai suoi fratelli Riccardo e Piergiovanni con le forze delle nostre famiglie, ma economicamente possiamo contare solo sulle donazione dei privati", racconta Simona Di Carlo, la zia dell'orfano dimenticato di Rigopiano.
"Mi aspettavo un aiuto dallo Stato, una cifra forfait per ricominciare e colmare i debiti in sospeso. Questi ragazzi sono rimasti senza genitori, dobbiamo garantire loro un futuro: Edoardo è minorenne, Riccardo va all'università, Piergiovanni alle superiori", dice la zia. "La verità - conclude amareggiata - è che ci sentiamo abbandonati dallo Stato".