Pordenone, padre condannato a mantenere la figlia chiede di vedere il suo libretto universitario
L'uomo aveva cercato di convincere la ragazza a cercarsi un lavoro, dato che in sette anni ha sostenuto solo tre esami
Visionare una copia del libretto dell'Università per vedere gli esami sostenuti dalla figlia. Gino Cecchini, un agronomo di 59 anni, condannato dal tribunale a mantenere la figlia 26enne, iscritta alla laurea triennale in Relazioni pubbliche di Gorizia, dopo il rifiuto della segreteria dell'Università, ha deciso di appellarsi al Tar del Friuli. "In quando genitore - ha riferito il suo legale a Repubblica - è un diritto che gli viene riconosciuto dall'articolo 30 della Costituzione".
L'Università di Udine
ha rifiutato l'istanza del padre sostenendo che non c'era "un interesse concreto e attuale" alla sua richiesta. Ma l'uomo, residente a Cordovado e con un'altra figlia da mantenere, non si fermato al primo diniego e ha deciso di ricorrere al tribunale regionale. "Se il libretto dovesse evidenziare un andamento zoppicante - ha aggiunto il suo avvocato Francesco Silvestri - saremmo legittimati a chiedere la riduzione o l'eliminazione dell'obbligo al mantenimento degli studi".
Secondo Gino Cecchini infatti la figlia in sette anni ha sostenuto solo
tre esami. Costretto a versarle un assegno mensile di
350 euro per coprire le spese, il padre aveva cercato più volte di convincerla a trovarsi un lavoro dato lo scarso rendimento universitario. Era stata però la figlia "fannullona", come l'aveva definita lui stesso, a portarlo in tribunale preoccupata, dopo il divorzio dei genitori, di rinunciare al suo stile di vita agiato. E la sentenza in Appello le aveva dato ragione, nonostante avesse ridimensionato di molto l'assegno richiesto corrispondente a più 2000 euro.
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