SHOPPER BIODEGRADABILI

Stangata sulla spesa, dal 2018 saranno a pagamento anche i sacchetti di frutta e verdura

“L’innovazione ha un prezzo ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo che si dovrebbe aggirare intorno ai 2/3 centesimi a busta", ha dichiarato Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente

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Importante novità per l’ambiente dal 1 gennaio 2018: niente più sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri - utilizzati attualmente nei supermercati per imbustare frutta, verdura, carne, pesce e affettati - ma solo shopper biodegradabili e compostabili. A pagamento. Una novità vista da alcuni come l'ennesima stangata a discapito dei consumatori, ma, secondo Legambiente, "non è corretto parlare di caro-spesa".

Secondo Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, è giusto che i bioshopper siano a pagamento perché "l'innovazione ha un prezzo". "Purché - aggiunge Ciafani - sia garantito un costo equo che si dovrebbe aggirare intorno ai 2/3 centesimi a busta. Così come è giusto prevedere multe salate per i commercianti che non rispettano la vigente normativa. In questi anni gli italiani hanno apprezzato molto il bando dei sacchetti non biodegradabili, siamo sicuri che accoglieranno bene questa importante novità riguardante gli shopper leggeri e ultraleggeri finalmente compostabili. Occorre affrontare con efficacia il problema dell’usa e getta e allo stesso tempo contrastare il problema dei sacchetti illegali, ancora troppo diffusi, e promuovere le filiere delle produzione industriali innovative e rispettose dell’ambiente".

"Allo stesso tempo - prosegue Ciafani - auspichiamo che l’Italia continui a seguire, con impegni e azioni concrete, la strada tracciata in questi anni e la strategia messa a punto, basata sulla corretta gestione dei rifiuti da parte dei comuni, l’economia circolare promossa dalle imprese e il contrasto al marine litter, grazie anche alle ultime novità arrivate dalla legge bilancio, e infine una maggiore tutela e salvaguardia dell’ambiente marino e della biodiversità".

Secondo gli ultimi dati diffusi dall'EPA, sono circa 100 miliardi i sacchetti utilizzati ogni anno in Europa, una parte dei quali finiscono in mare e sulle coste.

La situazione in Italia - Legambiente ricorda che l’Italia, in questi anni, si è dimostrata un esempio virtuoso in Europa per la riduzione dell’utilizzo delle buste di plastica. Nel 2011, il nostro Paese è stato il primo ad approvare la legge contro gli shopper non compostabili. E, anche se ad oggi la misura non è ancora del tutto rispettata, da allora c’è stata una riduzione nell’uso di sacchetti del 55%.

E negli altri Paesi? - Su scala mediterranea, la messa al bando degli shopper non compostabili è attiva, oltre che in Italia, in Francia e in Marocco. La Tunisia, invece, ha messo al bando le buste di plastica non biodegradabili nelle grandi catene di supermercati, mentre Cipro metterà in atto la normativa europea a partire dal 2018. Altri Paesi, come Croazia, Malta, Israele e alcune zone della Spagna, della Grecia e della Turchia, hanno invece introdotto delle tasse fisse.