"Inizio a lavorare alle 6.30, perché i genitori della bambina di cui mi occupo escono di casa molto presto. Al pomeriggio la vado a riprendere a scuola e sto con lei fino alle 17.30, poi vado io a scuola dalle 18 alle 22 o 23. Nel fine settimana faccio la hostess, così come nei giorni in cui non hanno bisogno di me come baby-sitter". Questa è la settimana di Morena, ragazza 19enne al quarto anno di arti figurative in un liceo artistico serale. Perché, se è vero che ci sono tanti neet e “bamboccioni”, c’è anche chi fa due lavori e studia di notte.
Oltre agli orari, quali sono le difficoltà?
Io mi sento un’estranea rispetto ai miei coetanei, perché gli altri 19enni vanno a scuola la mattina e poi al pomeriggio escono. Non essere più in quella situazione sinceramente un po' mi fa male perché mi sento invecchiare un po' più precocemente. A volte chiedo "Ma chi me lo fa fare?", ma quando arrivo ai miei obiettivi, dallo stipendio a fine mese al sapere che persona voglio diventare, cambio completamente e mi dico: "Ho fatto questa scelta e continuerò a farla perché se l'ho fatta c'è un motivo". Una grande difficoltà è il poco tempo libero. Vorrei fare tanto, prima facevo anche palestra, facevo un sacco di cose. Adesso mi pesa non uscire il sabato sera, perché dopo una settimana intera così vorrei anche io fare la vita comune che fanno i ragazzi della mia età. Anche arrivare a scuola a dopo una giornata di lavoro ti fa venire da dormire sui libri, ma mi impegno perché ho davvero la passione e lo faccio per avere un futuro, per questa aspettativa grande.
Che cosa ti fa andare avanti?
Purtroppo ho perso due anni scolastici. Ho 19 anni e se non li avessi persi per i miei problemi familiari avrei proseguito solo ed esclusivamente la scuola. Lo faccio perché quando ho perso due anni scolastici mi sono sentita come se fossi in debito con me stessa. Io sono molto intraprendente e voglio la mia indipendenza quindi mi sono detta: "Lavoro e proseguo con gli studi". Finite le superiori voglio andare all’Accademia delle belle arti di Brera, oppure all’Accademia cinematografica a Roma, dunque per me finire gli studi è la cosa più importante che ci possa essere. Per poter intraprendere determinati lavori in campo artistico ci vogliono tanto lavoro, tanto impegno e soprattutto tanti soldi. Quindi per proseguire gli studi bisogna avere anche i soldi e per avere i soldi bisogna proseguire gli studi, così da essere preparati al mondo del lavoro. L'ho fatto anche per questo, principalmente come una sorta di rinascita.
Come ti organizzi per riuscire a far tutto?
Il trucco è capire qual è la giusta disponibilità di tempo da dare ai vari lavori, anche perché poi devo andare a scuola. In linea di massima ho già stabilito i miei orari di lavoro. Gli orari degli eventi, però, cambiano sempre e quindi il più delle volte purtroppo durante la settimana non posso lavorarci, perché finiscono troppo tardi e non riuscirei a frequentare la scuola.
Quali sono le tue aspirazioni?
Ho tante passioni. Per quanto riguarda gli studi, vorrei frequentare una di quelle due accademie. Un domani vorrei anche collaborare con una mia compagna di classe che ha studiato moda per aprire un brand nuovo. E' un altro tipo di percorso ma lo vorrei fare anche per arricchire il mio bagaglio culturale per quanto riguarda la moda, che è un altro campo che mi interessa tantissimo e mi appassiona. Purtroppo, però, non posso fare tutto. Poi un'altra cosa è ovviamente l'arte; per me l'arte è tutto. Ho scelto arti figurative perché sono figlia di un artista, pittore e scultore. Lui mi ha appassionato all'arte fin già da piccolina. A tre anni dicevo di voler fare l'Accademia di Brera senza sapere neanche cosa fosse. Anche storia dell'arte, qualunque cosa abbia a che fare con l'arte per me è grandiosa.
Che consiglio ti senti di dare ai ragazzi che vivono un momento difficile a scuola?
Posso capire che un ragazzo sia costretto a vivere in un contesto che non è di suo gradimento, come è successo a me. Mai fare quello che ho fatto io , cioè lasciare il proprio percorso, ma lottare fino alla fine. Arrivi ad una certa età in cui capisci veramente quanto l'anno perso o quella stupida cosa che è successa in quel momento ti ha segnato un anno di scuola e ha rallentato il tuo percorso. Io l'anno scorso avrei già potuto fare quello che volevo, ovvero l'accademia, e invece sono ancora qua a mangiarmi un po' le mani perché purtroppo ho avuto diverse situazioni ed eventi che non mi hanno permesso di continuare e anche io mi sono lasciata andare. Non bisogna farsi influenzare troppo dal fatto che ci sia un problema esterno da noi, perché se una persona pensa sempre di poter essere influenzata da un fatto esterno è finita. Bisogna essere forti, soprattutto noi giovani che siamo molto coinvolti da cose non molto piacevoli.