Il fronte indipendentista torna a vincere in Catalogna. Le tre liste separatiste (JxCat, Erc e Cup), con il 48% dei voti, ottengono insieme la maggioranza assoluta nel nuovo Parlament con 70 seggi su 135. Le tre liste unioniste (Cs, Psc e Pp) con il 43% dei voti conquistano complessivamente invece 57 deputati. Il partito unionista Ciudadanos, con oltre 950mila voti e 37 seggi, è il primo partito catalano.
A meno di due mesi dalla proclamazione della "Repubblica" e dall'immediata decapitazione da parte di Madrid delle istituzioni catalane, la regione ribelle è tornata a votare e ha scelto nuovamente per il campo indipendentista infliggendo un sonoro schiaffo politico al premier spagnolo Mariano Rajoy.
Nonostante le incriminazioni di tutti i suoi leader, dieci dei quali sono finiti in carcere, quattro lo sono tuttora, l' "esilio" in Belgio di Puigdemont e di altri 4 suoi ministri inseguiti da mandati di cattura spagnoli, il fronte della secessione ha vinto di nuovo. In voti incassa il 48% contro il 43,5% ai tre partiti unionisti.
Il successo di Ciudadanos - L'altro grande dato politico è il successo di Ciutadans, la versione catalana dei Ciudadanos di Albert Rivera, il partito più duramente unionista, che diventa la prima formazione della regione vampirizzando il Partido Popular di Rajoy. La lista della "andalusa" Inés Arrimada, capitalizzando sulla crescita del nazionalismo spagnolo anche in Catalogna, ottiene 37 seggi, e arriva prima in voti.
I risultati degli indipendentisti - JxCat del President "in esilio" Carles Puigdemont è secondo con 34 seggi, davanti a Erc del "detenuto politico" Oriol Junqueras (in carcere a Madrid) con 32. Il terzo partito indipendentista, la Cup, si ferma a 4 seggi.
I risultati degli unionisti - Nel campo unionista arrivano secondi i socialisti di Miquel Iceta con 17 deputati, mentre il Pp crolla dagli 11 seggi uscenti a 4, e al 4% dei voti. Per il potere spagnolo è una chiara disfatta. Il candidato di Rajoy in Catalogna Xavier Albiol aveva promesso di spazzare via gli indipendentisti.
Affluenza record - La vittoria degli indipendentisti è ancora più bruciante per Madrid in quanto è stata ottenuta in elezioni che hanno registrato un'affluenza senza precedenti, attorno all'82%, che danno una ancora maggiore legittimità popolare al destituito Puigdemont.
Gli scenari futuri - Gli scenari delle prossime settimane si fanno ora complicati. Il principale candidato alla presidenza della Catalogna, Puigdemont, si trova in Belgio. Se rimette piede in terra spagnola sarà arrestato. Il suo vicepresidente, Junqueras, capo del secondo partito indipendentista, è in carcere. Puigdemont chiede che il governo destituito venga "restituito" al Paese, e che tutti i "detenuti politici" siano liberati.
Ma al momento sembra molto difficile che "i detenuti politici" possano occupare il loro nuovo scranno in Parlamento e partecipare all'elezione del President. La sessione costitutiva dell'assemblea catalana dovrà tenersi entro il 23 gennaio, il primo turno dell'elezione del President entro il 10 febbraio. Se per aprile non sarà stato possibile eleggere il nuovo presidente scatterà lo scioglimento automatico dell'assemblea con nuove elezioni a fine maggio. E non è chiaro se Rajoy accetterà ora, come aveva promesso, di restituire alla Catalogna la sua piena autonomia politica e istituzionale.