Anche quest’anno, secondo le stime, durante le festività natalizie gli italiani spenderanno in prodotti alimentari quasi 15 miliardi di euro. Perché anche se piatti e tradizioni sono profondamente diversi, da nord a sud le feste passano anzitutto dalla tavola, che sia quella del cenone della vigilia, come si usa al meridione, oppure quella del pranzo del 25, come è tradizione a settentrione. Molto differenti tra una regione e l’altra, del resto, sono anche i piatti della tradizione natalizia: per la cena della vigilia, infatti, solitamente si mangia “di magro”, generalmente con il pesce, mentre la carne compare in tavola il giorno di Natale. E per le specialità si spazia dalla carbonade valdostana (carne di manzo cotta nel vino rosso) agli agnolotti e al bollito piemontesi, dalla polenta con il baccalà del Veneto alla zuppa di rape e cotechino del Friuli, dai canederli altoatesini alla pasta della tradizione emiliana che contempla lasagne, tortelli, tortellini e tagliatelle. Passando per l’abbacchio laziale, i salumi calabresi, i malloreddus sardi e gli spaghetti con le vongole campani.
Veri principi delle tavole imbandite per le feste, però, sono sempre i dolci, il miele, la frutta secca. Molto spesso uniti come nel panforte di Siena o nella bisciola valtellinese. Oppure con l’aggiunta di frutta candita come nel certosino bolognese, nel buccellato siciliano e negli struffoli campani, di frutta cotta come nel caso dello strudel altoatesino, di mosto d’uva come nel bostrengo marchigiano. A unire tutte le tradizioni sono però soprattutto due dolci, il panettone e il pandoro, che pure nelle diverse preparazioni sono immancabili sulle tavole degli italiani. Così come il torrone, specialità cremonese che negli anni si è diffusa fino a diventare un dolce immancabile durante le feste. E i golosi torroncini, classici o ricoperti di cioccolato, (come ad esempio i Morbidelli e gli Zanzibar) che sono entrati nelle case di tutti gli italiani a partire dagli anni Novanta diventando un’immancabile tradizione grazie all’indimenticabile spot televisivo Sperlari con i tre re magi che, in viaggio nel deserto alla volta di Betlemme, portavano in dono torroncini, lasciando intendere che non c’è Natale senza Sperlari.
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