Intellivision: una promessa di libertà
Arrivata in Europa nel 1982, la console di Mattel prometteva un salto epocale rispetto all’Atari 2600
Cosa accomunava tutti i bambini appassionati di videogiochi nei primi anni Ottanta? Tutti volevano un Intellivision. Le pubblicità sui giornalini e in televisione, infatti, celavano una promessa: la libertà videoludica totale. Una promessa che era più un sogno che altro, come spesso accadeva in quei casi, ma non era affatto campata in aria.
Intellivision colpiva i ragazzini di allora principalmente per due aspetti: il primo era la grafica, dotata di “omini” molto più definiti e animati in modo più morbido rispetto a quello che eravamo abituati a vedere su Atari. Il gioco del calcio, o la versione digitale di Dungeons and Dragons mostravano negli spot in TV animazioni che, ovviamente, oggi fanno sorridere, ma che allora erano davvero qualcosa di incredibile.
Poi, il controller, particolarissimo, con
il tastierino numerico (usato anche dal contemporaneo ColecoVision) su cui inserire le schede di plastica che indicavano, per ogni gioco, a quale tasto corrispondesse un’azione, e poi c'erano i tasti laterali e il
controller direzionale a disco. Era proprio quel controller che dava l’idea di potersi muovere liberi, a trecentosessanta gradi, nei mondi digitali disegnati per la console. Un’illusione? Sì perché
le direzioni possibili erano “solo” sedici, comunque molte per l’epoca. Ma chiunque abbia inserito una cartuccia di
Microsurgeon nella console sa che quell’illusione aveva un fortissimo sapore di realtà!
Nella galleria qui di seguito, che vi invitiamo a espandere a tutto schermo per rivelare le descrizioni e i titoli dei giochi, abbiamo raccolto quelli che secondo noi sono stati
i videogiochi più belli pubblicati per la console di Mattel. Buon divertimento.
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