Comincia esattamente tre anni fa la vicenda Banca Etruria, che passa attraverso l'autodifesa di Maria Elena Boschi in Parlamento, il passaggio in merito al caso sul libro di Ferruccio De Bortoli "Poter forti", e infine le audizioni in commissione d'inchiesta. Ecco quali sono le frasi chiave di una storia lunga tre anni e ancora lontana da una soluzione.
Il ministro Boschi in Parlamento: "Mai favorito familiari, chi sbaglia paghi" - Il 18 dicembre 2015 Maria Elena Boschi si difende in Parlamento dopo la mozione di sfiducia del M5s sul caso Etruria (respinta con 373 no) e dice: "Io sono dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito familiari o amici, non c'è nessun conflitto di interessi". Poi aggiunge: "Sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c'è spazio per doppie misure e favoritismi".
De Bortoli nel suo libro: "La Boschi si rivolse all'a.d. di Unicredit per Banca Etruria" - Il 9 maggio 2017 viene diffusa un'anticipazione del libro di Ferruccio de Bortoli "Poteri forti", nel quale l'ex direttore del Corriere della Sera scrive: "L'allora ministra delle Riforme, nel 2015 (oggi corretta dallo stesso De Bortoli con 'fine 2014', ndr), non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all'amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere".
Boschi: "Mai chiesto di acquisire la banca, farò ricorso" - Lo stesso giorno il sottosegretario replica su Facebook, annunciando il ricorso ai legali per tutelare "il proprio nome e il proprio onore": "La storia di Banca Etruria viene ciclicamente chiamata in ballo per alimentare polemiche. Vediamo di essere chiari: non ho mai chiesto all'ex ad di Unicredit Ghizzoni né ad altri di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere".
Ghizzoni: "Boschi mi chiese di Etruria, ma non fece pressioni" - L'ex ad interviene davanti alla commissione banche e dice che il 12 dicembre 2014 l'allora ministro Boschi gli chiese "se era pensabile per Unicredit valutare un'acquisizione o un intervento su Etruria". Il colloquio fu "cordiale, non avvertii pressioni da parte del ministro". Poi, prosegue Ghizzoni, "le risposi che per le richieste di questo genere non ero in grado di dare risposta positiva e negativa", e "le dissi che avrebbe valutato la banca: l'analisi fu fatta da tecnici in totale indipendenza".
Boschi: "Nessuna pressione da parte mia" - Ancora su Facebook, Boschi sottolinea che "dopo le audizioni di Vegas, Visco e Ghizzoni, tutti confermano che non c'è stata nessuna pressione. E viene integralmente confermato il mio discorso in Parlamento del dicembre 2015". Nella replica Boschi aggiunge: "Per me le parole di Ghizzoni sono molto preziose per la causa civile nei confronti del dottor De Bortoli. Che gode della solidarietà professionale di molti colleghi giornalisti ma per lanciare il suo libro ha raccontato il fatto in modo volutamente distorto".
De Bortoli: "Non ho mai parlato di pressioni" - "Ringrazio Federico Ghizzoni per aver confermato la richiesta dell'allora ministro Maria Elena Boschi di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria", scrive De Bortoli sul suo profilo Facebook, spiegando di aspettare "che sia il Tribunale a dire l'ultima parola; credo che la penultima l'abbia già detta Ghizzoni" e sottolinea che nel suo libro "non si parla mai di pressioni".