ACCUSATO DI ESTORSIONE

Aspiranti toghe in minigonna, il consigliere Bellomo indagato a Bari

Il magistrato avrebbe obbligato alcune sue allieve a presentarsi ai corsi in tacchi a spillo e con trucco marcato

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Il consigliere di Stato Francesco Bellomo è indagato a Bari per estorsione: secondo l'accusa avrebbe infatti obbligato alcune sue allieve della Scuola di formazione per magistrati a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi a spillo e con trucco marcato, pretendendo inoltre che non fossero sposate. Nei giorni scorsi la Procura barese aveva aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. La vicenda era stata denunciata dal padre di una studentessa.

La Procura di Bari ritiene di essere competente ad indagare anche perché una sede della scuola di formazione "Diritto e Scienza" di Bellomo ha sede anche nel capoluogo pugliese, città in cui il magistrato amministrativo risiede. Nel corso dell'indagine il procuratore aggiunto Roberto Rossi, titolare del fascicolo, ha convocato in qualità di testimoni alcuni degli scritti al corso e ha proceduto all'acquisizione di altri documenti (anche di natura fiscale) nella scuola.

Ex corsista a pm di Bari: "Altre 4 ragazze vittime" - "Sono stata contattata da quattro ragazze che hanno avuto un'esperienza simile in altri anni e in altre città. Mi hanno ringraziata dicendomi che adesso hanno anche loro il coraggio perché sanno di non essere sole". Lo ha detto Rosa Calvi, avvocatessa 28enne di Cerignola (Foggia), al termine dell'audizione in Procura di Bari come persona informata sui fatti nell'ambito dell'indagine per estorsione a carico di Bellomo.

Sospeso il pm di Rovigo Davide Nalin - Intanto il Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e ha collocato fuori ruolo il pm di Rovigo Davide Nalin, collaboratore del consigliere di Stato Francesco Bellomo nella Scuola di formazione giuridica "Diritto e scienza". A chiedere il provvedimento era stato il Pg della Cassazione Pasquale Ciccolo, che ha anche avviato l'azione disciplinare nei confronti del magistrato. Nalin è accusato di aver fatto da "mediatore" tra Bellomo e una borsista per procurare al collega "indebiti vantaggi", anche di "carattere sessuale".