Tutto ebbe inizio 100 anni fa, nel 1917, quando i fratelli Attilio e Domenico Giannini decisero di trasferirsi dalle Marche a Roma per coltivare la passione verso uno dei miti del XX secolo. Anzi il mito per eccellenza, lʼautomobile, e più in generale quello per i motori. Riparazioni meccaniche nellʼofficina di Vicolo della Fontana, elaborazioni sportive, la costruzione di motori. Il nome Giannini divenne celebre in tutta Roma e oggi continua con lʼeccezionale Museo alla Magliana che reca il loro nome.
Ma andiamo con ordine. Negli anni 20 i fratelli Giannini furono scelti dall’Itala per il servizio di assistenza nella Capitale, ma elaboravano anche alcune vetture ‒ come la Itala Tipo 61 del marchese Pellegrini ‒ che avrebbero partecipato alla Mille Miglia nel 1927. Negli anni 30 lʼexploit alla loro attività lo diede il lancio della Fiat 500 Topolino nel 1936. I Giannini svilupparono versioni col doppio della potenza originaria, per partecipare a gare motoristiche e per battere record, come i 12 primati mondiali nella classe 500. Poi arrivò la Guerra e le riparazioni di veicoli militari, ma con la ricostruzione i fratelli ripresero la loro attività su più fronti: sviluppo di nuovi motori, concessionaria Fiat, elaborazioni e sport.
Nascono i motori G1 750 e G2 750, bialbero in lega leggera, con carburatori DellʼOrto e capaci di sviluppare fino a 60 CV di potenza. Piacevano anche le elaborazioni, come la trasformazione a gasolio della Fiat 1400 prima che la stessa Fiat avviasse la produzione della 1400 Diesel. Sullʼesempio di Carlo Abarth a Torino, la Giannini Automobili SpA, con i fratelli ormai separatisi nelle attività, elaborano in senso sportivo molte autovetture Fiat: la nuova 500, la 600 e la 850, ma anche le grandi 1300, 1500 e 124.
Alla morte di Attilio e Domenico, alla fine degli anni 60, lʼazienda riuscì a risollevarsi a meta del decennio successivo grazie allʼimpegno di Wolfango Polverelli, che avviò la costruzione dello stabilimento di via Idrovore della Magliana. Un grande complesso di 26.000 metri quadrati a ridosso dellʼEUR. Ed è proprio qui che oggi cʼè il “Museo dell’automobile Giannini”, con la bellissima collezione che vanta modelli pregiati e unici, frutto del secolo di passione per i motori coltivato dai fondatori. “Scuderia dell’emozione”, recita in basso lʼinsegna del museo, perché è possibile scovarvi modelli la Giaur 750 del 1955, ma anche la Punto Drago e la 590 Corsa Replica.