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Matera, non ha mai riconosciuto il figlio: condannato a risarcirlo con 20mila euro

"Quando, da bambino e poi da ragazzino, lo incrociavo, mi aspettavo da lui una carezza, un abbraccio, un bacio. Un segno d’affetto e d’amore. E invece da lui non arrivava niente", ha raccontato la "vittima"

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Per anni ha sperato che il padre naturale tornasse sui suoi passi, che decidesse di fare il padre, appunto. Ma così non è stato. Giovanni Sanchirico, l’uomo che avrebbe dovuto crescerlo, non lo ha neanche mai riconosciuto. È la storia di Vincenzo Trani, 45enne di Tursi, piccolo paese in provincia di Matera. Nel 2012, però, l’uomo ha deciso di prendersi una rivincita morale e di denunciare il padre. La sezione civile del Tribunale di Matera gli ha dato ragione e ha condannato Sanchirico a un risarcimento del danno esistenziale per 20mila euro.

La storia - Quando aveva 18 anni, Sanchirico ha avuto una relazione con una donna di Tursi. I due hanno concepito un figlio: Vincenzo. Non avendo una posizione stabile, però, Giovanni ha deciso di emigrare a Genova. Qui si è fatto un’altra famiglia. L'uomo ha fatto poi ritorno a Tursi, ma non ha comunque mai riconosciuto il figlio.

Il dolore di Trani - Dopo 40 anni di rifiuti, nel 2012, Trani - anche spinto dalla sua recente paternità - ha cercato di ottenere il riconoscimento dal genitore naturale. “Quando, da bambino e poi da ragazzino, lo incrociavo, mi aspettavo da lui una carezza, un abbraccio, un bacio. Un segno d’affetto e d’amore - ha raccontato il 45enne a La Repubblica - E invece da lui non arrivava niente. Faceva finta di non vedermi, di non conoscermi. E io soffrivo. Quella sofferenza ce l’ho dentro di me. E me la porterò tutta la vita. Ho deciso di denunciarlo per fargli capire quanto dolore mi ha procurato quel suo atteggiamento di rifiuto”.

"Una sentenza storica" - Secondo Luciano Vinci, avvocato di Trani, si tratta di una sentenza storica. Il figlio rifiutato, infatti, non ha dovuto dimostrare il danno subito, perché è dimostrato dal fatto in sé. Vale a dire dall'" assenza paterna" e dal " mancato riconoscimento". Inoltre, è la prima volta che un procedimento del genere viene intentato da un figlio adulto e non da una madre, come accade solitamente.

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